A San Siro, l'atmosfera è carica di storia per uno degli ultimi derby Inter-Milan in questo iconico stadio. Chivu e Max si preparano a vivere il loro primo confronto diretto, un duello tra un allenatore con oltre vent'anni di esperienza e uno che ha fatto il suo ingresso in Serie A da meno di un anno. Se il calcio fosse riducibile a semplici schemi, si potrebbe parlare di due squadre che si specchiano, entrambe schierate con un 3-5-2. Tuttavia, come diceva il grande Bruno Pesaola, "Io metto in campo la squadra in modo perfetto, poi purtroppo i miei giocatori si muovono...". Questa ironia sottolinea come i numeri siano solo una semplificazione della complessa realtà del campo.
È innegabile, però, che certi accorgimenti tattici siano una logica conseguenza della necessità di contrastare l'avversario, evitando inferiorità numeriche in fase difensiva. In un confronto tra due 3-5-2, la chiave è neutralizzare il regista avversario. Considerando le caratteristiche di Calhanoglu, un trequartista di natura, è plausibile che sia lui a marcare Modric. In alternativa, le due punte nerazzurre potrebbero limitare il fuoriclasse croato, impedendo ai difensori di servirlo direttamente, con un movimento meno ampio della mezzala sul lato debole.
Se Calhanoglu dovesse avanzare troppo, si potrebbe ripetere una situazione simile a quella vista in Milan-Napoli di due mesi fa, con Lobotka su Modric e conseguente liberazione di spazio sulla trequarti rossonera. Un rischio che Allegri aveva sfruttato al meglio, preparando una strategia che aveva annullato la fascia destra del Napoli allenato da Conte. Con Estupinian e Rabiot costretti ad arretrare, attirando i rispettivi avversari, si creava spazio alle loro spalle, dove Pulisic si inseriva in velocità. Questa volta, potrebbe toccare a Leao, con un attacco del Milan formato dal portoghese e dallo statunitense schierato orizzontalmente, per attaccare il centro partendo dalle fasce. In fase difensiva, Pulisic potrebbe chiudere il regista nerazzurro, con le mezzali a occuparsi delle mezzali dell'Inter.
Chivu ha diverse opzioni a disposizione, anche se la sua costruzione del gioco è meno sofisticata rispetto a quella di Inzaghi. Meno rotazioni, ma situazioni simili. Spesso si vede una partenza a quattro, con Calhanoglu che si abbassa per affiancare il centrale e gli altri due difensori che si allargano. Non mancano nemmeno le incursioni di Akanji e Bastoni, per creare superiorità numerica a centrocampo. Se gli avversari optano per la marcatura a uomo, si cerca direttamente le punte, sfruttando lo svuotamento del reparto centrale. Queste situazioni sono più efficaci contro chi marca individualmente. Se il Milan sceglie un blocco basso o medio, con normali scalate a zona e senza forzare la marcatura a uomo, certi movimenti diventano meno utili. Diventa quindi fondamentale cercare rapidamente i cambi di gioco e riaggredire immediatamente dopo aver perso il pallone, per trovare maggiore spazio di manovra in zone congestionate. Sicuramente, Chivu avrà prestato particolare attenzione alle marcature preventive, perché quando il Milan ha spazio, può essere molto pericoloso.
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