Stefano Travaglia, nato a Ascoli nel 1991, è un nome noto nel panorama tennistico italiano, conosciuto per la sua volontà di ferro e la straordinaria capacità di non arrendersi mai. Nel 2021, si trovava sull'apice della carriera quando raggiunse la finale del torneo 250 di Melbourne, sfidando l'astro nascente Jannik Sinner. Quello stesso anno, Stefano raggiunse il 60° posto nella classifica mondiale ATP, un traguardo straordinario per un atleta del suo calibro. Tuttavia, la buona sorte non fu dalla sua parte. Un intervento chirurgico al gomito lo costrinse a una pausa forzata di oltre tre mesi, un lusso che il mondo del tennis, spietato e competitivo, difficilmente concede senza conseguenze. Nonostante questi ostacoli, Travaglia non ha mai smesso di lottare. A 33 anni, con un infortunio al ginocchio alle spalle e la determinazione di chi ha la passione per il tennis nel sangue, è tornato a calcare i campi internazionali. La sua forza di volontà è testimoniata dalle due finali Challenger raggiunte nel corso della stagione, una delle quali conquistata. Ora, il suo obiettivo è chiaramente fissato: tornare tra i primi 100 giocatori al mondo. Quella del circuito Challenger è una vera e propria giungla. Sebbene sia etichettato come 'minore', il suo valore è altissimo. Ogni torneo è una sfida titanica, dove giovani promesse con stili di gioco moderni e impetuosi stanno costantemente all’erta. Il viaggio verso i vertici è costellato di sacrifici: allenamenti intensi, spese ingenti e la necessità di mantenere la concentrazione al massimo in ogni momento. Nonostante le difficoltà, l'amore di Travaglia per il tennis non si è mai affievolito. Quando scende in campo, il mondo esterno scompare e la competizione diventa la sua unica realtà. Il mondo del tennis professionistico è tutt'altro che il paradiso dorato che molti immaginano. Se i top player godono di ricchi premi e copiose sponsorizzazioni, per chi si muove nelle retrovie la realtà è ben diversa. Stefano lo sa bene: pur frequentando assiduamente il circuito dei Challenger, i margini di guadagno si assottigliano drasticamente. La cronica carenza di sponsor si può colmare solo con una gestione finanziaria accorta e un team di supporto saldo e collaudato.
La squadra di Stefano comprende il coach Alessandro Motti, il preparatore atletico Federico Berruezo e, quando possibile, il fisioterapista Giovanni Bartolacci. L'importanza di questa rete è inestimabile, sebbene i costi per mantenerla necessitino di sacrifici economici rilevanti. Fino a 85.000 euro all’anno sono indirizzati alla copertura di queste spese: dai 50.000 euro per il coach agli ulteriori 25.000 per trasporti e alloggi. Fortunatamente, la vasta gamma di Challenger ospitati in Italia permette di contenere i costi, riducendo le necessità di trasferimento all'estero. Inoltre, Travaglia si è avvalso di competizioni a squadre in Francia, Germania e Italia, accumulando introiti extra che lo aiutano a sostenere i costi proibitivi del circuito. Con un guadagno complessivo di circa 120.000 euro dai premi ATP nel 2024, di cui un 30% viene trattenuto sul posto, Stefano ha completato il quadro finanziario grazie agli ingaggi delle squadre e al sostegno di sponsor legati alla sua precedente militanza nei top 100. Risoluto a non rinunciare mai alle proprie aspirazioni, Stefano Travaglia incarna la resilienza e la tenacia del vero atleta. Continuare a lottare per il sogno di una carriera di successo lo spinge a superare ogni difficoltà, lo rende un esempio di determinazione nel mondo del tennis, e un simbolo per chi crede che la passione, unita al duro lavoro, possa veramente fare la differenza.