Australia Banna l'accesso ai social media ai minori di 16 Anni: È davvero efficace

La nuova legge australiana mira a proteggere i giovani online, ma i teenager trovano modi creativi per aggirare il divieto. Un'analisi approfondita

Australia Banna l'accesso ai social media ai minori di 16 Anni: È davvero efficace

L'Australia ha recentemente introdotto un divieto di accesso a dieci delle principali piattaforme di social media per i cittadini di età inferiore ai 16 anni. Questa mossa audace, pensata per proteggere i giovani dai potenziali pericoli online, ha sollevato un acceso dibattito sull'efficacia delle restrizioni e sulla capacità dei teenager di aggirarle.

Secondo un rapporto della CNN, molti adolescenti australiani sono riusciti a mantenere il proprio accesso ai social media nonostante il divieto. Alcuni hanno semplicemente indicato una data di nascita precedente al momento della registrazione, evitando così il blocco automatico. Altri hanno fatto ricorso all'aiuto di genitori o amici più grandi per riattivare i propri account. Si segnala anche l'uso di foto e video generati dall'Intelligenza Artificiale (IA) per la verifica dell'età, una tattica che evidenzia la crescente sofisticazione delle tecniche di elusione.

L'articolo della CNN evidenzia come i giovani abbiano sviluppato strategie per aggirare il blocco, come l'utilizzo di numeri di telefono alternativi per la registrazione, dimostrando una notevole determinazione nel mantenere la propria presenza online. Questa situazione mette in luce la sfida che i legislatori devono affrontare nel tentativo di regolamentare efficacemente l'uso dei social media tra i giovani.

La dipendenza dai social media varia notevolmente tra gli adolescenti. Alcuni sono disposti a rinunciare a determinate piattaforme, mentre altri considerano alcuni social network come fonti di informazione insostituibili, a discapito dei media tradizionali come la televisione e la stampa. Questa dipendenza evidenzia l'importanza che i social media hanno assunto nella vita dei giovani, non solo come strumento di svago, ma anche come fonte primaria di notizie e informazioni.

Leo Puglisi, il diciottenne fondatore del canale di notizie 6 News, ha dichiarato che la sua attività potrebbe non essere mai nata se il divieto fosse stato in vigore quando ha iniziato a sviluppare il canale all'età di 11 anni. Attualmente, 6 News impiega un team di nove giornalisti, tutti studenti delle scuole superiori. Puglisi sottolinea che il divieto colpisce principalmente i quindicenni, a cui la legge australiana consente già di lavorare part-time, riconoscendoli come individui capaci e indipendenti.

Per Lucas Lane, il sedicenne fondatore di Glossy Boys, un'azienda che vende cosmetici per uno stile di vita attivo, il divieto rappresenta una minaccia significativa. Lane ha avviato la sua attività all'età di 13 anni, dopo aver notato la difficoltà di trovare smalto nero nella sua zona. I social media sono il principale canale di vendita per Glossy Boys, e il divieto rischia di compromettere seriamente il suo business. La storia di Lucas Lane dimostra come i social media possano rappresentare un'importante opportunità per i giovani imprenditori, e come le restrizioni possano avere un impatto negativo sulle loro attività.

Mentre il governo australiano si impegna a rafforzare i controlli, molti adolescenti temono di perdere l'accesso ai propri social media preferiti. Molti di loro hanno accumulato enormi quantità di dati personali nel cloud, che non possono scaricare facilmente e che non vorrebbero perdere. La quattordicenne Lucy Brooks riconosce la necessità di limitare la presenza dei teenager sui social media, ma suggerisce di controllare la durata del loro utilizzo piuttosto che imporre un divieto totale. A suo parere, una o due ore al giorno sarebbero sufficienti per mantenere un equilibrio ragionevole. L'opinione di Lucy Brooks riflette un sentimento diffuso tra i giovani, che riconoscono i rischi dei social media, ma non vogliono rinunciare completamente ai loro benefici.

Le conseguenze a lungo termine di questo divieto sono ancora incerte. Resta da vedere se l'approccio australiano servirà da modello per altri paesi o se si rivelerà una misura inefficace di fronte alla determinazione dei giovani digitali. L'esperienza australiana offre spunti di riflessione importanti su come bilanciare la protezione dei minori online con la necessità di garantire loro la libertà di espressione e di accesso all'informazione.

Un approccio più efficace potrebbe consistere in un'educazione più mirata all'uso responsabile dei social media, fornendo ai giovani gli strumenti per navigare in sicurezza nel mondo digitale. Invece di imporre divieti rigidi, sarebbe più utile promuovere un dialogo aperto tra genitori, educatori e adolescenti, aiutandoli a comprendere i rischi e le opportunità dei social media. Solo attraverso un approccio equilibrato e collaborativo sarà possibile proteggere i giovani senza soffocare la loro creatività e il loro spirito di iniziativa.

Pubblicato Lunedì, 15 Dicembre 2025 a cura di Anna S. per Infogioco.it

Ultima revisione: Lunedì, 15 Dicembre 2025

Anna S.

Anna S.

Anna è una giornalista dinamica e carismatica, con una passione travolgente per il mondo dell'informatica e le innovazioni tecnologiche. Fin da giovane, ha sempre nutrito una curiosità insaziabile per come la tecnologia possa trasformare le vite delle persone. La sua carriera è caratterizzata da un costante impegno nell'esplorare le ultime novità in campo tecnologico e nel raccontare storie che ispirano e informano il pubblico.


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