La ricerca, denominata Shady Bets e riportata da testate come The Guardian nel Regno Unito, Die Zeit in Germania e InfoLibre in Spagna, sottolinea come la maggior parte dei club di prima divisione abbia almeno un accordo commerciale con un operatore di scommesse, nonostante le restrizioni imposte in diversi paesi.
Secondo l’analisi del collettivo, 296 delle 442 squadre delle 31 principali leghe calcistiche dell’Unione Europea e del Regno Unito hanno almeno una partnership con un operatore di scommesse. Inoltre, un terzo dei club ha un operatore di gioco come sponsor principale sulla maglia e quasi la metà delle competizioni ha una denominazione legata a un marchio di gioco.
In paesi come il Belgio e l’Italia, dove esistono divieti sulle sponsorizzazioni del gioco nel calcio, alcuni club hanno sponsorizzazioni attraverso i siti di infotainment ad essi collegati. Inoltre, non è raro che delle squadre abbiano accordi con società prive di licenza nella nazione delle squadre. Infine, sono sotto la lente d’ingrandimento gli accordi di 27 club europei con operatori asiatici “privi di trasparenza”. Queste due modalità però non riguardano il mercato italiano
Fonte: Agimeg