Oliviero Garlini, un nome che risuona con passione e dedizione nel mondo del calcio italiano, si è spento all'età di 68 anni nella residenza socio-sanitaria della Fondazione Caccia di Gandino, nei pressi di Bergamo. Nato a Stezzano il 4 marzo del 1955, Garlini combatté una lunga battaglia contro una malattia che, alla fine, lo ha portato via.
Nel corso della sua carriera, Garlini ha indossato maglie prestigiose, lasciando un segno indelebile in ogni squadra per cui ha giocato. Da Como a Empoli, passando per Nocerina, Fano, Cesena, Lazio, Inter, Atalanta, Ancona, Ascoli, Ravenna e Corbetta, la sua abilità in campo era ineguagliabile. Tuttavia, fu il periodo trascorso con Atalanta durante la stagione 1987-1988 a consacrarlo nella memoria collettiva degli appassionati.
Sotto la guida dell'allenatore Emiliano Mondonico, Garlini ebbe l'opportunità di vivere un'esperienza eccezionale. In quell'annata, la squadra bergamasca, benché militante in Serie B, riuscì a raggiungere la semifinale della Coppa delle Coppe, superando le aspettative. La loro corsa si arrestò davanti ai belgi del Malines. Il ruolo di Garlini fu cruciale: un suo rigore il 20 aprile 1988 aveva acceso le speranze di una finale contro l'Ajax.
Durante il suo periodo nei ranghi dell'Atalanta, Garlini si distinse per la capacità di segnare gol decisivi, accumulando un totale di 27 reti in 55 apparizioni. La sua abilità e il suo impegno furono tali da guadagnargli grande rispetto tra tifosi e compagni di squadra.
Il club bergamasco ha espresso il suo profondo cordoglio attraverso una nota ufficiale: "Il Presidente Antonio Percassi, il co-Chairman Stephen Pagliuca e tutta la famiglia nerazzurra sono vicini alla moglie e ai figli ai quali sono rivolte le più sincere e commosse condoglianze". Questo messaggio riflette l'impatto personale e professionale che Garlini ha avuto durante la sua permanenza in squadra. Anche il mondo del calcio si è stretto intorno alla famiglia, ricordando non solo i successi sportivi, ma anche i momenti umani condivisi con questo atleta.
Garlini si ritirò ufficialmente dal calcio giocato nel 1992, dopo l'ultima esperienza con il Corbetta. Anche dopo il ritiro, rimase legato al mondo del calcio, trasmettendo la sua passione ai più giovani e prendendo parte a iniziative volte a promuovere lo sport. La sua figura è un modello di grinta e determinazione, due qualità che lo hanno sempre contraddistinto.
La scomparsa di Oliviero Garlini lascia un vuoto nei cuori di chi l'ha conosciuto e amato, sia sul campo che fuori. Il suo ricordo continuerà a vivere attraverso le generazioni di tifosi e calciatori che ispirò. La sua eredità non risiede solo nei gol segnati, ma anche nella passione e impegno che ha sempre espresso, rappresentando il vero spirito del calcio.