Romain Grosjean, il pilota francese noto per il coraggio e la grinta in pista, è tornato a far rombare i motori in Formula 1 in un'occasione che segna la rinascita di una carriera spezzata ma mai abbandonata. Il 29 novembre 2020 segnò uno dei momenti più drammatici nella storia recente della F1, quando Grosjean sopravvisse miracolosamente a un violento incidente durante il Gran Premio del Bahrain. Le immagini della sua monoposto avvolta dalle fiamme, e il successivo salvataggio, hanno fatto il giro del mondo, destando impressione e rispetto per la tenacia e lo spirito indomabile dell'uomo.
Quel terribile episodio sembrava aver scritto la parola fine sul sogno di Grosjean di guidare di nuovo una vettura di Formula 1. Tuttavia, dopo 1762 giorni, questo sogno ha trovato un inaspettato compimento sullo storico circuito del Mugello, grazie a un test privato organizzato dalla scuderia Haas. L'appuntamento si è svolto con una vettura VF-23, una delle monoposto più recenti del 2023, nella cornice di un TPC (Testing Previous Cars), un evento che offre a piloti esperti o emergenti l'occasione di mettersi alla prova su vetture precedenti.
Il tanto atteso ritorno non è avvenuto con la blasonata Mercedes, che aveva paventato la possibilità di un test con il modello W10, ma nonostante l'assenza di questa opportunità, l'iniziativa della Haas è stata possibile grazie a nuove strategie e partnership, tra cui una collaborazione con la Toyota. Questa alleanza ha consentito alla squadra statunitense di avviare un programma focalizzato sui test delle vetture precedenti, unendo risorse e competenze. È stata un'opportunità unica per Grosjean di riconciliarsi con il mondo della F1 e di chiudere con dignità un capitolo rimasto aperto troppo a lungo.
La passione di Grosjean per il motorsport non ha mai vacillato. Nel periodo seguente all'incidente, ha intrapreso nuove ed entusiasmanti esperienze nella IndyCar Series, imbarcandosi anche in gare IMSA al volante di vetture Lamborghini. La mancata concretizzazione del test con Mercedes, dovuta a vari impedimenti, inclusi quelli legati alla pandemia globale, non ha mai spezzato il desiderio del pilota di ritornare in F1.
La presenza alla guida di una monoposto di Formula 1, impreziosita da un casco speciale disegnato dai figli di Grosjean, ha aggiunto un tocco intimo e familiare alla rigidezza di un mondo ad alta velocità. Il test al Mugello, condotto sotto l'attenta supervisione dell'ingegnere di pista Ayao Komatsu — veterano con un passato condiviso con Grosjean ai tempi della Lotus — è iniziato in condizioni di pista bagnata, richiamando alla mente sia momenti del passato, sia la perseveranza che ha sempre caratterizzato il pilota.
Tra gli spettatori presenti, c'era anche Frédéric Vasseur, Team Principal della Ferrari, impegnato a seguire le prove di sviluppo degli pneumatici Pirelli per la stagione 2026. Sullo stesso tracciato si sono esibiti anche i giovani talenti come Charles Leclerc e Zhou Guanyu, ognuno responsabile di pilotare la SF-25 in versione muletto, il cui destino sembra altrettanto promettente.
Il ritorno di Grosjean a bordo di una Formula 1 rappresenta un tributo non solo al progresso personale e professionale dell'uomo, ma anche alla sicurezza avanzata e all'emotività intrinseca delle corse automobilistiche. La sua traiettoria, dall'incidente in Bahrain fino alla recente avventura al Mugello, è una fonte di ispirazione instancabile che continuerà a motivare futuri appassionati e piloti in tutto il globo. Questo straordinario percorso di resilienza sottolinea l'importanza delle seconde possibilità e la bellezza della determinazione umana.