In un periodo di crescente preoccupazione per le super-batteri resistenti agli antibiotici tradizionali, una scoperta significativa potrebbe rappresentare una svolta epocale. Un team di ricercatori ha infatti isolato un nuovo antibiotico dalle profondità di una miniera cinese, promettendo di combattere alcuni dei patogeni più pericolosi.
La molecola, battezzata saervienina A, è stata identificata da un gruppo di scienziati del Università di Vienna e dell'Istituto Helmholtz per la Ricerca Farmaceutica in Saarland. Questo composto deriva da un raro ceppo batterico, Amycolatopsis, già noto per aver fornito antibiotici preziosi in passato, come la vancomicina. Il campione è stato trovato in un'area geologicamente unica: il distretto minerario di Bayan Obo nella Mongolia Interna, Cina, celebre per le sue ricche riserve di metalli rari.
In laboratorio, la saervienina A ha mostrato una sorprendente efficacia contro i batteri gram-positivi, inclusi i ceppi di Staphylococcus aureus resistenti a meticillina, vancomicina e daptomicina. La caratteristica distintiva di questo antibiotico è il suo meccanismo d'azione insolito e una struttura chimica che lo distingue da tutti i gruppi di antibiotici conosciuti. Come ha affermato il co-autore dello studio, Jaime Felipe Guerrero-Garzon, "È stupefacente che la saervienina A non rientri in nessuna delle categorie conosciute. Questa scoperta può aprire nuove strade per lo sviluppo di trattamenti a cui le batteri non hanno ancora avuto modo di adattarsi".
Questa scoperta emerge in un contesto di crisi globale legata alla resistenza antimicrobica. Nel 2019, ben 1,27 milioni di persone sono decedute a causa di infezioni resistenti agli antibiotici, e si prevede che tale cifra possa raggiungere i 8,22 milioni entro il 2050, salvo nuove soluzioni.
Tuttavia, il cammino verso l'uso clinico della saervienina A è ancora lungo. Gli scienziati devono condurre rigorosi studi tossicologici, test sugli animali e prove cliniche sull'uomo. "Questa scoperta è solo l'inizio. La vera sfida sarà trasformarla in un farmaco efficace", ha sottolineato il principale autore della ricerca, Sergej B. Zochev.
Nonostante queste sfide, l'annuncio riafferma che la natura rimane una fonte inesauribile di composti terapeutici. I ricercatori stanno esplorando nuovi antibiotici non solo in ambienti estremi come le miniere, ma anche sfruttando tecnologie avanzate, inclusa l'intelligenza artificiale.
La pubblicazione di questi risultati sulla rivista Angewandte Chemie International Edition alimenta la speranza di una vittoria nella lotta contro le super-batteri. Sebbene la saervienina A non diventerà una cura definitiva nel prossimo futuro, rappresenta un passo fondamentale nell'affrontare una delle più gravi sfide della medicina moderna.