L'ossessione nel curare i dettagli è ciò che trasforma un campione in una leggenda. Poche figure nel mondo dello sport incarnano questo principio meglio di Rafael Nadal. La fama della sua intensa competizione era ben nota nel circuito, fino a quando, lo scorso anno, durante il Roland Garros, Nadal ha deciso di dire basta. A 38 anni, con un palmarès di 22 titoli Grand Slam, l'ex numero uno al mondo ha deciso di appendere la racchetta al chiodo. Un giorno storico che ha segnato la fine di un'era per uno degli atleti più dominanti del tennis.
A fare le spese della decisione di Nadal, non è stata la sua mente, ancora acuta e affamata di successi, ma piuttosto un piede recalcitrante e un fisico che cominciava a mostrare segni di logoramento. "Non ho più preso in mano una racchetta da allora", ha rivelato in una toccante intervista al New York Times, illuminandoci sulla transizione dalla vita agonistica a quella più tranquilla e familiare.
La chiacchierata si svolge nella sua casa di Maiorca, dove Nadal racconta la sua nuova vita. Oggi, non c'è più spazio per il tennista indomito, la priorità è diventata la famiglia, in particolare i suoi due figli. "Desidero passare più tempo con loro e ho moltissimo arretrato da recuperare", confida Nadal, mostrando un lato più umano e personale che troppi fans non conoscevano. Ora, oltre a gestire gli incontri con sponsor e attività presso la Rafa Nadal Academy, è anche coinvolto nella gestione alberghiera e in un'azienda di produzione di integratori.
Paradossalmente, è forse più impegnato oggi di quanto non fosse nei suoi giorni sul campo. "Adesso ho molte più responsabilità. Un tempo pensavo solo a giocare e a dare tutto quello che avevo". Questo cambio di priorità non significa che il tennis sia solo un ricordo, tutt'altro. Nadal stesso dichiara che, dopo il ritiro, non ha più giocato, tormentato ancora dal dolore cronico che il problema al piede gli procurava negli ultimi anni. Un problema che si è manifestato in modo acuto dopo un grande slam vinto già nel lontano 2002. "Dopo quel periodo, era diventato difficile persino camminare per settimane".
Nonostante il dolore passato, Nadal nutre ancora un desiderio forte di tornare ad allenarsi, non solo per mantenere la familiarità con il gioco che tanto ama, ma anche per preservare il contatto con un mondo che è stato sua casa per gran parte della vita: "Voglio allenarmi, altrimenti rischierei di dimenticare come si gioca a tennis", confida. Questo paradosso descrive perfettamente la nuova fase della vita di Nadal, una fase in cui cerca di equilibrare la sua eredità sportiva con le sue nuove responsabilità.
Sebbene il suo piede resti un ricordo doloroso del passato da atleta, lo spirito competitivo di Nadal è vivace come sempre. Ora lo investe non sui campi in terra battuta, ma nella sua incomparabile passione per la vita e la famiglia. È una nuova era per la leggenda spagnola, un nuovo viaggio che, come tutti i suoi incontri, sarà condotto con il suo marchio inconfondibile di dedizione e impegno.
