OpenAI, una delle principali aziende nel campo dell'intelligenza artificiale, continua a cavalcare l'onda del boom tecnologico che sta caratterizzando questo settore. Seguendo le orme di giganti come Nvidia, l'organizzazione sta espandendo le sue operazioni a livello globale. Il CEO di OpenAI, Sam Altman, recentemente si è recato nel Sud-Est asiatico e nel Medio Oriente con una missione chiara: promuovere lo sviluppo e l'implementazione della cosiddetta 'infrastruttura sovrana dell'IA' e attrarre nuovi capitali per potenziare la propria crescita.
Secondo quanto riportato dal The Wall Street Journal, il viaggio di Altman in queste regioni non mira solo a fortificare l'offerta di servizi di OpenAI, ma anche a cercare nuovi investitori. Con un occhio attento alle esigenze produttive, l'azienda è in cerca di partner che possano contribuire con risorse materiali per soddisfare la crescente domanda di componenti hardware necessari al funzionamento delle piattaforme AI. Tra gli obiettivi dichiarati c'è anche l'incremento delle capacità produttive nelle tecnologie impiegate.
Da settembre a oggi, Altman ha già visitato paesi come Taiwan, Corea del Sud e Giappone, per incontrare figure chiave di aziende del calibro di TSMC, Foxconn, Samsung e SK hynix. Durante questi incontri, le aziende coreane hanno promesso di aumentare le loro capacità produttive per migliorare la fornitura di microchip utilizzati da OpenAI. Inoltre, Altman ha posto l'accento sulla necessità che i fornitori prioritizzino ordini provenienti dalla sua azienda.
Prossima tappa: il Medio Oriente, dove sono previsti incontri con nuovi potenziali investitori disposti a finanziare i progetti avanguardistici di OpenAI. Ricordando un tentativo simile agli inizi del 2024, allora ostacolato dallo scetticismo dei partner arabi preoccupati dai bilanci ancora modesti di OpenAI, oggi la situazione sembra essere invertita. La società, che oggi sfoggia un fatturato mensile che supera il miliardo di dollari, potrebbe finalmente convincere il capitale mediorientale a scommettere sull'espansione futura dell'infrastruttura internazionale AI.
Nel frattempo, Nvidia si è già impegnata a investire 100 miliardi di dollari in OpenAI, garantendo la maggior parte di questo investimento attraverso il pagamento delle proprie schede acceleratrici. Un accordo così significativo potrebbe servire da catalizzatore per convincere anche altri potenziali investitori a unirsi alla causa di OpenAI. L'attuale valutazione dell'azienda, che ha recentemente superato i 500 miliardi di dollari, dimostra il forte consenso degli investitori verso le sue proposte innovative.
Un altro dettaglio rilevante emerso dagli incontri è la capacità per OpenAI di richiedere ben 900.000 wafer di silicio al mese per soddisfare la domanda di microchip, un volume di produzione doppio rispetto a quello attualmente detenuto da tutti i produttori di High-Bandwidth Memory combinati. Tali richieste hanno sollevato la necessità di un'espansione significativa della capacità produttiva del settore delle memorie.
Inoltre, i colloqui di Altman si sono estesi anche ad aziende coinvolte nella produzione di sistemi computazionali basati sui rivoluzionari acceleratori di prossima generazione di Nvidia, conosciuti come Rubin, il cui rilascio è atteso nel 2024. Foxconn è tra i partner che si sono detti disposti a supportare OpenAI in questa direzione.
Nel Medio Oriente, Altman intende rafforzare i legami con società di investimento degli Emirati Arabi Uniti, e con il management di G42, che gestisce i centri dati di OpenAI nella regione. I fondi raccolti qui verranno destinati alla realizzazione del settore mediorientale di Stargate, un mega-progetto che si propone di stabilire negli Stati Uniti un'infrastruttura AI del valore di 500 miliardi di dollari entro i prossimi quattro anni.
Il team di OpenAI ha recentemente rivelato agli investitori che nel 2023 spenderanno almeno 16 miliardi di dollari per il noleggio di risorse server, una cifra che si prevede salirà a 400 miliardi entro il 2029. In un recente post sul blog, Altman ha dichiarato: "Il nostro obiettivo è chiaro: vogliamo costruire una 'fabbrica' in grado di generare infrastrutture IA da un gigawatt a settimana." Solo con la collaborazione di Nvidia, la startup mira ad attrarre fino a 10 gigawatt di potenza computazionale, senza perdere l'occasione di stringere alleanze con importanti aziende come Oracle o SoftBank.