Il 20 Novembre 2025, l'ex presidente Donald Trump si appresta a ridefinire il panorama normativo dell'intelligenza artificiale (IA) negli Stati Uniti, accentrando il controllo a livello federale. Questa mossa, anticipata da indiscrezioni, potrebbe segnare una svolta epocale per l'innovazione e la regolamentazione tecnologica nel paese.
Secondo quanto riportato inizialmente da The Verge, Trump starebbe preparando un ordine esecutivo che limiterebbe drasticamente la capacità dei singoli stati di legiferare autonomamente in materia di IA. La bozza, se confermata, rappresenterebbe un netto cambio di direzione rispetto all'attuale situazione, in cui diversi stati hanno intrapreso iniziative legislative indipendenti per affrontare le sfide e le opportunità offerte dall'intelligenza artificiale.
L'ordine esecutivo prevede la creazione di una "AI Litigation Task Force", un gruppo di lavoro con il compito di contrastare le leggi statali considerate "ostacoli al progresso dell'IA". Questa iniziativa ha suscitato immediate reazioni contrastanti. I critici temono che possa soffocare l'innovazione e impedire agli stati di proteggere i propri cittadini dai potenziali rischi derivanti dall'uso improprio dell'intelligenza artificiale. Altri, invece, sostengono che un approccio centralizzato sia necessario per garantire la coerenza normativa e promuovere la competitività degli USA nel mercato globale dell'IA, un mercato in rapida espansione e di cruciale importanza strategica.
La tempistica di questa iniziativa è particolarmente rilevante, soprattutto alla luce delle recenti dichiarazioni di Jensen Huang, amministratore delegato di NVIDIA, azienda leader nel settore dell'intelligenza artificiale. Huang aveva inizialmente espresso preoccupazione per il fatto che la Cina potesse superare gli Stati Uniti nella corsa all'IA, per poi ridimensionare le sue affermazioni, sottolineando la necessità di continuare a investire e innovare per mantenere la leadership americana. Questa vicenda evidenzia la crescente competizione tra le due superpotenze nel campo dell'intelligenza artificiale e la consapevolezza, da parte degli attori chiave del settore, dell'importanza strategica di questa tecnologia. La competizione tra USA e Cina nell'ambito dell'IA è un tema caldo, con implicazioni geopolitiche ed economiche di vasta portata. Entrambi i paesi stanno investendo massicciamente in ricerca e sviluppo, cercando di attrarre talenti e di creare un ecosistema favorevole all'innovazione. La partita si gioca su diversi fronti, dalla potenza di calcolo alla disponibilità di dati, passando per la capacità di sviluppare algoritmi avanzati e di applicare l'IA a settori strategici come la difesa, la sanità e l'energia.
Il documento trapelato cita espressamente due leggi statali nel mirino dell'amministrazione Trump: una della California, guidata dal governatore democratico Gavin Newsom, che introduce paletti sulla sicurezza dell'IA e prevede misure specifiche per i casi più gravi; e una del Colorado, anch'esso governato dai democratici, che mira a prevenire la "discriminazione per mezzo di algoritmo". Queste leggi, secondo Trump, rappresenterebbero un freno all'innovazione e un ostacolo alla crescita del settore dell'intelligenza artificiale. L'amministrazione Trump, in passato, ha spesso criticato le regolamentazioni statali eccessive, sostenendo che possano danneggiare la competitività delle imprese americane e ostacolare la crescita economica. In questo caso, la preoccupazione sembra essere quella di evitare che normative troppo stringenti sull'IA possano frenare lo sviluppo di questa tecnologia negli Stati Uniti, avvantaggiando paesi concorrenti come la Cina.
Secondo il piano, le agenzie governative avrebbero 90 giorni per adeguarsi alle nuove direttive. Successivamente, verrebbe pubblicata una lista degli stati con leggi considerate "non allineate" con la politica federale sull'IA. In questi casi, l'amministrazione Trump potrebbe ricorrere a tagli di fondi, in particolare quelli destinati allo sviluppo della banda larga nelle zone rurali, una mossa che penalizzerebbe ulteriormente gli stati che si discostano dalla linea del governo centrale. Questa strategia di utilizzare i finanziamenti federali come leva per influenzare le politiche statali è stata utilizzata in passato da diverse amministrazioni americane, sia repubblicane che democratiche. La minaccia di tagliare i fondi per la banda larga, in particolare, potrebbe avere un impatto significativo sugli stati rurali, dove l'accesso a internet è spesso limitato e lo sviluppo economico dipende fortemente dalla connettività.
La mossa di Trump ha sollevato anche interrogativi sul ruolo del governo federale nella regolamentazione dell'IA. Mentre alcuni esperti ritengono che un intervento statale sia necessario per garantire la sicurezza, l'equità e la trasparenza nell'uso dell'intelligenza artificiale, altri sostengono che un eccessivo controllo normativo potrebbe soffocare l'innovazione e limitare la capacità delle aziende americane di competere a livello globale. Il dibattito è destinato a infiammarsi nei prossimi mesi, mentre l'amministrazione Trump cerca di imprimere la propria visione sul futuro dell'IA negli Stati Uniti. La discussione sulla regolamentazione dell'IA è complessa e coinvolge diverse dimensioni, tra cui l'etica, la sicurezza, la privacy e l'impatto sul lavoro. Trovare un equilibrio tra la promozione dell'innovazione e la protezione dei diritti dei cittadini è una sfida cruciale per i governi di tutto il mondo.
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