La Cina sta accelerando l'integrazione di robot umanoidi in vari settori, e l'ultima frontiera è letteralmente al confine. UBTech Robotics, un'azienda cinese specializzata nella robotica umanoide, si è aggiudicata un contratto del valore di 37 milioni di dollari per fornire robot umanoidi Walker S2 alla città di Fangchenggang, situata al confine con il Vietnam.
Secondo quanto riportato dal South China Morning Post, i robot Walker S2 saranno impiegati nei punti di controllo frontalieri per svolgere una vasta gamma di compiti. Tra questi, l'interazione con i turisti e il personale, operazioni di logistica, ispezione delle merci e pattugliamento dell'area. Una caratteristica distintiva di questi robot è la loro capacità di sostituire autonomamente le batterie, garantendo un'operatività continua e riducendo la necessità di intervento umano.
L'ambizioso piano di UBTech prevede la consegna di 500 robot umanoidi entro la fine dell'anno corrente, con l'obiettivo di decuplicare questa cifra nel corso del prossimo anno e di raddoppiarla ulteriormente a 10.000 unità l'anno successivo. Le prime consegne dei Walker S2 sono previste per dicembre, e l'azienda ha già in portafoglio ordini per un valore complessivo di 155 milioni di dollari.
L'impiego di robot umanoidi da parte delle autorità cinesi non è una novità assoluta. Già in passato, la polizia cinese ha utilizzato robot per il pattugliamento delle strade nelle città di Shenzhen, Shanghai e Chengdu. A Shenzhen, i robot umanoidi sono impiegati anche presso le dogane per la gestione delle merci e l'analisi dei documenti, sfruttando modelli linguistici avanzati come DeepSeek. L'utilizzo di robot con interfaccia vocale multilingue è inoltre una pratica consolidata per facilitare l'interazione con i turisti e proiettare un'immagine di progresso tecnologico.
L'iniziativa di schierare robot umanoidi al confine con il Vietnam solleva diverse questioni. Da un lato, si tratta di un'ulteriore dimostrazione della crescente importanza della robotica nell'ambito della sicurezza e del controllo delle frontiere. I robot possono svolgere compiti ripetitivi e potenzialmente pericolosi, liberando il personale umano per attività più complesse e strategiche. Inoltre, la loro capacità di operare ininterrottamente e di raccogliere dati in tempo reale potrebbe contribuire a migliorare l'efficacia delle operazioni di sorveglianza e di contrasto al crimine.
Dall'altro lato, l'impiego di robot umanoidi solleva interrogativi etici e sociali. La sostituzione del lavoro umano con macchine potrebbe avere un impatto negativo sull'occupazione, soprattutto in un contesto come quello delle zone di frontiera, dove le opportunità di lavoro sono spesso limitate. Inoltre, la presenza di robot dotati di capacità di sorveglianza e di interazione con le persone potrebbe sollevare preoccupazioni in merito alla privacy e alla libertà individuale. È fondamentale che l'implementazione di queste tecnologie sia accompagnata da un dibattito pubblico approfondito e da una regolamentazione adeguata, al fine di garantire che i benefici siano massimizzati e i rischi minimizzati.
In conclusione, l'impiego di robot umanoidi al confine tra Cina e Vietnam rappresenta un passo significativo verso un futuro in cui le macchine svolgeranno un ruolo sempre più importante nella nostra vita quotidiana. Sarà fondamentale monitorare attentamente gli sviluppi di questa iniziativa e valutarne attentamente le implicazioni economiche, sociali ed etiche.
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