Nel suggestivo scenario del Ruanda, uno dei paesi più affascinanti dell'Africa, Tadej Pogacar ha confermato la sua posizione di gigante del ciclismo, vincendo il titolo di Campione del Mondo per il secondo anno consecutivo. Sotto il cielo di Kigali, il giovane talento sloveno ha compiuto un'altra impresa straordinaria, riaffermando il suo dominio all'interno del panorama ciclistico internazionale.
Dopo aver conquistato l'oro nel 2024 in Svizzera, Pogacar ha replicato la sua spettacolare prestazione in Ruanda, dimostrando ancora una volta di essere una forza inarrestabile. La gara, che si è sviluppata su un percorso impegnativo di 267,5 km con un dislivello complessivo di 6096 metri, ha messo alla prova anche i ciclisti più abili. Persa tra le colline di Kigali, la competizione ha visto una moltitudine di tentativi di fuga, tra cui uno delude per il ritiro precoce del corridore francese Julian Alaphilippe e lo sforzo iniziale del britannico Tom Pidcock, entrambi costretti a cedere sotto la pressione degli avversari.
La svolta decisiva è arrivata a 104 km dall'arrivo, quando Pogacar ha accelerato, staccando il gruppo con una mossa strategica che ha lasciato tutti senza fiato. Il suo principale avversario, il campione belga Remco Evenepoel, noto per la sua vittoria contro il tempo solo una settimana prima, ha faticato a tenere il passo dello sloveno, ritrovandosi staccato assieme agli altri. Nemmeno atleti di spicco come Del Toro (Messico) e Ayuso (Spagna) sono riusciti a tenere il passo, con Evenepoel costretto a cambiare bici due volte a causa di problemi meccanici. Pogacar ha continuato con il suo assalto, ritrovandosi in solitaria per il tratto finale della gara.
Attraversando i suggestivi paesaggi ruandesi, Pogacar ha siglato un cronometro finale di 6h21’20”, mostrando ancora una volta perché è considerato uno dei migliori corridori del suo tempo. Il solitario arrivo trionfale a Kigali è stato il coronamento di un'impresa che lo consacra come il primo ciclista nella storia a salire sul podio del Tour de France e del Mondiale per tre anni consecutivi. Al pascolo del belga Evenepoel, che ha concluso ad un distacco di +1’29”, Pogacar ha dimostrato di poter affrontare e vincere anche le competizioni più difficili, dai percorsi più ripidi ai concorrenti più agguerriti. Healy, l'irlandese, è riuscito invece a guadagnarsi un meritato terzo posto, lasciandosi alle spalle il danese Skjelmose.
Dopo la vittoria, Pogacar ha descritto l'esperienza come indimenticabile: "E' stata una settimana incredibile, piena di emozioni e momenti di grande successo." Ha riconosciuto la dura competizione e le sfide superate durante la gara: "Sul Mur de Kigali, Del Toro e Ayuso sono rimasti indietro, e la gara è diventata una sfida personale, proprio come l'anno scorso. Ero preoccupato negli ultimi giri, ma ho dato tutto e sono riuscito a tagliare il traguardo per primo."
Il trionfo di Pogacar non è solo una storia di successi personali, ma anche una celebrazione del ciclismo come uno sport che unisce e affascina persone in tutto il mondo. Il suo talento, abbinato a una determinazione incrollabile e a una strategia impeccabile, ha illuminato ancora una volta la scena dello sport globale, aggiungendo un altro prestigioso capitolo alla sua già stellare carriera.