La Israel-Premier Tech è molto più di una semplice squadra di ciclismo; è un fenomeno che intreccia sport e geopolitica, situandosi al centro di accesi dibattiti. Fondata nel 2014 come Israel Cycling Academy da Ron Baron e Ran Margaliot, ha subito una metamorfosi sia in termini di obiettivi che di percezione pubblica. Sebbene fosse inizialmente concepita come un progetto sportivo, è diventata un simbolo di più ampio respiro per alcuni ed oggetto di critiche per altri.
Il vero motore di questa evoluzione è Sylvan Adams, un imprenditore israeliano-canadese che ha portato con sé esperienza e visione, oltre che un chiaro intento diplomatico, nel 2015 quando è diventato coproprietario. Adams è noto per la sua passione per il ciclismo; nel 2018 ha finanziato un velodromo olimpico a Tel Aviv, contribuendo a posizionare Israele come un attore chiave nel mondo delle due ruote. Ha inoltre avuto un ruolo cruciale nel far partire il Giro d’Italia del 2018 da Israele, iniziativa sostenuta con un investimento significativo di 80 milioni di nuovi shekel, pari a circa 20 milioni di euro.
La trasformazione della squadra è stata evidente quando nel 2020 cambiò nome in Israel Start-Up Nation, raggiungendo il massimo livello del ciclismo mondiale. Sebbene la sua permanenza nella categoria World Tour sia stata breve, la squadra ha continuato a partecipare a competizioni di rilievo. Nel 2022, il nome è stato nuovamente modificato in Israel-Premier Tech, siglando una collaborazione con una nota azienda tecnologica canadese. Adams ha sempre sottolineato la natura diplomatica della squadra, che ha definito «diplomazia sportiva» piuttosto che un miscuglio di sport e politica.
Le critiche alla squadra si fondano sul concetto di sportwashing, termine che descrive l’uso dello sport come mezzo per migliorare l’immagine di un paese. Per alcuni attivisti pro Palestina, la Israel-Premier Tech rappresenta proprio questo approccio, accusandola di essere uno strumento del governo israeliano per mascherare le politiche controverse del paese. Adams, tuttavia, ha sempre difeso il valore della squadra come simbolo positivo di Israele, affermando che i ciclisti sono «ambasciatori» del paese.
Nonostante le critiche, la squadra ha cercato di incrementare la propria rispettabilità e visibilità internazionale, investendo notevolmente in attività mediatiche e organizzando eventi esclusivi per attirare l’attenzione. Da un punto di vista strettamente sportivo, il rendimento sui podi non è stato particolarmente brillante; la retrocessione dalla categoria World Tour ne è una testimonianza. Tuttavia, l’arrivo di atleti di rilievo come Chris Froome ha posizionato la squadra sotto le luci della ribalta. Froome, celebre per i suoi quattro successi al Tour de France e una vittoria al Giro d’Italia, ha attratto l’attenzione quando nel 2021 ha cambiato la foto del profilo Twitter, con il suo sfondo caratterizzato da bandiere palestinesi.
Il dialogo controverso che circonda la Israel-Premier Tech non mostra segni di diminuzione. La questione è intricata, tra apprezzamenti politici come quelli ricevuti dal presidente israeliano Isaac Herzog nel 2024 e il continuo dibattito sulle sue operazioni, come l'incontro di Adams alla Casa Bianca in occasione degli Accordi di Abramo. Questi episodi amplificano la percezione del ruolo della squadra come una pedina nelle complesse relazioni internazionali, confermando che il ciclismo non è puramente sport ma anche una piattaforma per la diplomazia globale — o per contestazioni ardenti sulla scena internazionale.