La serata milanese sotto i riflettori di San Siro ha visto il Milan uscire vittorioso grazie a un gol decisivo di Luka Modric, ma il dramma si è svolto soprattutto lungo la linea laterale del campo. L'allenatore del Milan, Massimiliano Allegri, è stato protagonista di un'accesa discussione con il quarto uomo, culminata nella sua espulsione al 90', un evento che ha rubato la scena alla conquista rossonera.
Tutto è cominciato quando un calcio di rigore, inizialmente assegnato per un presunto fallo su Christopher Nkunku, è stato successivamente revocato, scatenando l'ira di Allegri. Una situazione già carica di tensione, che ha visto l'allenatore rossoblù esplodere in una furibonda reazione da cui nemmeno la sua giacca, come lui stesso ha ironicamente commentato, ha potuto salvarlo. Nel caos seguente, le urla di Allegri – che ha ripetutamente esclamato "bravo, bravo" al quarto ufficiale – si sono fatte sentire distintamente, con il team manager che tentava invano di calmarlo e il giocatore Alexis Saelemaekers che implorava pacatezza.
Non è la prima volta che il temperamento focoso di Allegri emerge in simili circostanze. Gli appassionati di calcio ricordano le sue esplosioni emotive già dai tempi della Juventus. Significativo è l'episodio del dicembre 2015 contro il Carpi, con sfuriate e indumenti gettati nel pieno di una partita tesa. Ancora, memorabile fu l'emozionante finale di Coppa Italia 2024 contro l'Atalanta, quando Allegri, furente per un fallo non fischiato a favore dei bianconeri nei minuti finali, finì per liberarsi non solo della giacca ma anche della cravatta, in un gesto emblematico della sua frustrazione.
La serata al Meazza non è stata da meno, sottolineando ancora una volta quanto il calcio possa far esplodere intense emozioni, soprattutto durante momenti contestati come quello di un rigore tanto discusso quanto risolutivo. Con il Milan che continua la sua corsa in campionato, resta da capire come Allegri e il club gestiranno le conseguenze disciplinari seguite alla sua reazione estrema.