In un clamoroso episodio destinato a sollevare un ampio dibattito all'interno del mondo calcistico, l'allenatore Francesco Tomei è stato squalificato per ben sette giornate a seguito di un gesto impulsivo: il lancio di una bottiglietta d'acqua verso il direttore di gara. Era il 18º minuto del secondo tempo durante la partita contro la Juventus Next Gen, disputatasi davanti a un folto pubblico di diecimila spettatori allo stadio Del Duca. La partita, terminata 0-0, sarà ricordata non tanto per il risultato quanto per l'episodio che ha coinvolto Tomei e l'arbitro Alessandro Recchia, alla sua seconda stagione in Can Pro.
Il giudice sportivo, Stefano Palazzi, ha applicato una mano pesante nella sua decisione, suscitando reazioni contrastanti. Tomei, che ha alle spalle una carriera da vice di Eusebio Di Francesco, aveva commentato l'incidente affermando che in campo "tutti possiamo sbagliare" ma quando gli errori si ripetono, possono diventare frustranti. Nonostante un gesto apparentemente innocuo, che peraltro non ha provocato nessuna conseguenza fisica al direttore di gara, la severità della sanzione ha spiazzato molti nel mondo del calcio.
Una delle voci più critiche è quella del presidente dell'Ascoli, Bernardino Passeri, il quale ha sottolineato l'incongruenza della punizione rispetto alla reale gravità dell'episodio. In una recente intervista, Passeri ha fatto riferimento a un incontro con il designatore arbitrale Daniele Orsato, il quale aveva recentemente invitato i club a perdonare gli errori dei giovani arbitri. Tuttavia, Passeri non riesce a comprendere come un gesto di rabbia, privo di reali conseguenze, abbia potuto generare una risposta così marcata da parte delle autorità sportive.
Alla luce di queste circostanze, il club ha dichiarato la propria intenzione di presentare un ricorso formale, ritenendo sproporzionata la pena inflitta al proprio allenatore e cercando di ridurre il periodo di assenza forzata di Tomei dalla panchina. Se il ricorso avrà esito positivo, Tomei potrebbe anticipare il suo ritorno in campo, attualmente previsto per la fine di ottobre, lasciando nel frattempo l'incarico al suo assistente Agostinone.
L'episodio ha acceso una discussione più ampia sulla gestione degli arbitri nel calcio professionistico, sollevando interrogativi su come bilanciare l'importanza del rispetto delle regole con la comprensione degli inevitabili momenti di frustrazione che sorgono in una partita. Mentre Tomei riflette sull'accaduto e sull'opportunità di moderare il suo comportamento in futuro, il mondo del calcio osserva attentamente l'esito del ricorso, che potrebbe stabilire un precedente sulla gestione di simili infrazioni disciplinari.