Il Gran Premio di Indonesia si preannunciava come l'occasione ideale per Joan Mir e la sua Honda di confermare i progressi mostrati recentemente, ma una caduta all'inizio della gara ha infranto le speranze del pilota maiorchino. Mir, in forza alla Honda da ormai tre anni, aveva appena conquistato il suo migliore risultato nella stagione al GP del Giappone, accumulando 22 punti grazie a un podio difficilmente prevedibile se guardiamo ai mesi passati.
Le prestazioni della RC213V sembravano finalmente all'altezza delle aspettative, lasciando intravedere un'evoluzione tanto attesa dai tifosi e dalla squadra. Arrivato a Mandalika, dopo il podio giapponese, Joan Mir era determinato a mantenere il momentum favorevole. La sua offerta è iniziata abbastanza bene con il passaggio diretto alla Q2, segno che il setup della moto era sulla buona strada.
Tuttavia, in Q2 le cose non sono andate come sperato; qualificandosi al 12° posto, Mir si è trovato a dover recuperare in gara partendo da posizioni arretrate. Nonostante ciò, nella Sprint di sabato ha saputo mettersi in luce, chiudendo con un significativo quinto posto. Era un anticipo di quello che poteva accadere domenica, se non fosse stato per una serie di sfortunate circostanze.
Domenica, durante la gara lunga, tutto è andato storto. Una buona partenza non è stata sufficiente, poiché un errore nel riscaldare le gomme ha reso la moto difficile da controllare nelle fasi iniziali. Mir ha raccontato come sia stato impossibile frenare efficacemente, soprattutto seguendo da vicino un altro pilota. Nel secondo giro, la caduta è diventata inevitabile, compromettendo completamente la gara e cancellando l'opportunità di lottare per un secondo podio consecutivo. Il pilota ha confessato il fastidio di aver visto sfumare un'occasione che sembrava alla sua portata, specialmente considerando anche le cadute di alcuni avversari chiave, come Marco Bezzecchi e Marc Marquez.
Nonostante le delusioni, Mir ha cercato di trarre qualche insegnamento dal weekend. Ha riconosciuto che, pur su un circuito ostico come quello di Lombok, il feeling con la moto è stato soddisfacente e competitivo per tutta la durata dell'evento. Un piccolo contatto con Alex Marquez al primo giro non ha avuto conseguenze dirette nella sua caduta, confessa Mir, evidenziando come la vera difficoltà sia derivata dalla gestione delle gomme e dalla conseguente incapacità di frenare efficacemente in gara.
Considerando i progressi di questo periodo, nonostante il mancato risultato in Indonesia, si può affermare che Honda e Mir vivono il loro miglior momento degli ultimi anni. Dopo tanto tempo passato lontano dai riflettori, questa 'rinascita' potrebbe segnare un punto di svolta per il team e per il pilota ventottenne, che vede in questi miglioramenti una fonte di motivazione straordinaria. Con la stagione ancora in corso, l'obiettivo di Mir e della Honda rimane chiaro: continuare a lavorare intensamente, cercando di coltivare e mantenere l'euforia che un vincente momento di risveglio ha portato alla scuderia giapponese.