Google si trova nuovamente al centro di un acceso dibattito legale, avendo perso un'altra battaglia contro Epic Games. Il tribunale d'appello degli Stati Uniti ha confermato la decisione che impone a Google di riconsiderare la propria politica del Play Store, emersa a seguito di un contenzioso antitrust avviato dalla società che ha creato Fortnite, Epic Games. Questa sentenza costringe Google a rimuovere le limitazioni che impedivano agli sviluppatori di utilizzare marketplace e sistemi di pagamento alternativi.
La notizia, riportata da Bloomberg, arriva dal tribunale del Nono circuito d'appello, dove la giudice Margaret McKeown ha ribadito che le ingiunzioni precedentemente emesse contro Google restano valide. McKeown ha sottolineato come le misure antitrust possano prevedere il divieto di azioni che, sebbene formalmente legali, favoriscono pratiche anticoncorrenziali. Il tribunale distrettuale era pienamente autorizzato, quindi, a ordinare a Google di ovviare agli effetti delle sue azioni sui concorrenti e sulle parti lese.
Google, tuttavia, ha espresso preoccupazione riguardo alla decisione, dichiarando che potrebbe compromettere la sicurezza degli utenti e rallentare le innovazioni all’interno dell’ecosistema di Android. Lee-Anne Mulholland, vicepresidente della divisione regolamentare di Google, ha affermato che l'azienda ha intenzione di continuare a ricorrere contro questa sentenza, in quanto priorità di Google è proteggere sia gli utenti sia gli sviluppatori. D’altro canto, il CEO di Epic Games, Tim Sweeney, ha accolto con favore il verdetto tramite un post sulla piattaforma X, dichiarando che ora Epic è in grado di lanciare il suo negozio di applicazioni attraverso Google Play.
Le implicazioni economiche di questa decisione sono ancora da definire. Alphabet, la società madre di Google, non pubblica separatamente i ricavi ottenuti dal proprio app store. Tuttavia, Mandeep Singh, analista di Bloomberg Intelligence, ha avvertito in precedenza che lo spostamento di aziende mediatiche e sviluppatori di giochi verso sistemi di pagamento di terze parti potrebbe avere un impatto finanziario più significativo per Google rispetto alla semplice comparsa di concorrenti. In uno scenario particolarmente negativo, Google potrebbe vedere diminuire i propri profitti lordi di circa 1-1,5 miliardi di dollari a causa della riduzione dei ricavi da abbonamenti.
L’origine della disputa fra Epic Games e Google risale alle accuse mosse da Epic, secondo le quali Google avrebbe riservato condizioni esclusive a produttori di smartphone e sviluppatori di applicazioni popolari, spingendoli a prediligere Google Play. Nel dicembre 2023, una giuria ha accolto queste argomentazioni e il giudice James Donato ha stabilito che Google deve garantire condizioni paritarie per i suoi concorrenti. Gli avvocati di Google hanno cercato di appellarsi a tale decisione, facendo leva su un caso simile tra Apple ed Epic che vide quest'ultima perdente, ma l’appello e i relativi argomenti sono stati respinti.
Questa sentenza fa parte di una più ampia pressione antitrust che grava su Google. Nei prossimi mesi, la corte federale di Washington determinerà quali modifiche saranno richieste al suo business di ricerca dopo l'accusa di monopolizzazione dei mercati di ricerca e pubblicità. Inoltre, un'altra udienza prevista in Virginia a settembre potrebbe portare a un possibile obbligo di vendere parte del suo ramo d'affari legato alla pubblicità online.