Negli ultimi giorni, Google è tornato al centro di una battaglia legale contro le autorità antitrust statunitensi. L'accusa principale contro il colosso tecnologico è di mantenere una posizione dominante nel settore delle tecnologie pubblicitarie, una circostanza che il governo degli Stati Uniti intende contrastare. Alla base di questa controversia vi è la richiesta delle autorità di dividere il business pubblicitario della compagnia per incoraggiare una maggiore concorrenza nel mercato.
Questo nuovo capitolo legale arriva in seguito a una recente vittoria di Google, che ha evitato la vendita obbligatoria del suo popolare browser, Chrome. Tuttavia, il nuovo procedimento mette in discussione la gestione delle piattaforme pubblicitarie della compagnia, in particolare la Ad Exchange (AdX), un mercato d'aste automatizzato per la vendita di spazi pubblicitari online.
La sfida davanti a Google coinvolge anche altri punti critici, come la trasparenza del processo che determina i vincitori delle aste pubblicitarie, una questione su cui il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e una coalizione di stati vogliono fare chiarezza. A questo proposito, la procuratrice Julia Tarver Wood ha accusato Google di aver integrato illegalmente la piattaforma AdX con il suo server pubblicitario proprietario, un sistema che permette ai proprietari di siti di gestire il loro inventario pubblicitario. Questo legame avrebbe creato un monopolio dannoso che, secondo le autorità, deve essere smantellato.
Google, rappresentato dall'avvocata Karen Dunn, ha duramente criticato le richieste, definendole "draconiane" e "imprudenti". La Dunn ha ribadito che le misure proposte danneggerebbero la concorrenza e costringerebbero Google a lasciare il mercato, attribuendo al Dipartimento di Giustizia l'intenzione di ottenere un controllo senza precedenti su una delle principali piattaforme tecnologiche americane.
Le richieste tecniche avanzate dal governo sono state giudicate irrealizzabili da Google, che ha avvertito dei lunghi tempi di incertezza che potrebbero crearsi per editori e inserzionisti se l'azione legale dovesse procedere. Nonostante ciò, in passato Google stessa aveva suggerito la possibilità di vendere AdX come parte di negoziazioni private con le autorità antitrust dell'Unione Europea. Durante il processo di questa settimana, potrebbero emergere documenti interni che offrano ulteriore luce sulla gestione delle attività pubblicitarie da parte di Google.
Nell'attesa di una decisione definitiva, Google ha proposto di modificare le sue politiche per facilitare l'uso delle sue piattaforme da parte degli editori e migliorare la posizione di mercato dei concorrenti. Tuttavia, il Dipartimento di Giustizia ha dichiarato che questi cambiamenti non sarebbero sufficienti per ristabilire una vera concorrenza nel settore pubblicitario. Gli esperti intervistati dalla Reuters sono concordi nel ritenere che questa volta Google potrebbe non essere tanto fortunato quanto lo è stato nel recente caso Chrome, e che la vendita di AdX potrebbe diventare inevitabile.