La Cina ha intensificato la sua spinta verso l'autosufficienza tecnologica nel settore dell'intelligenza artificiale (IA), introducendo nuove restrizioni sull'uso di acceleratori di calcolo di origine straniera nei centri dati finanziati con fondi pubblici. Questa mossa, come riportato da Reuters, segue precedenti incentivi governativi volti a stimolare la sostituzione delle importazioni nel settore dell'IA, come la riduzione dei costi dell'elettricità per le aziende che sviluppano soluzioni nazionali.
Le nuove restrizioni, di fatto, vietano l'utilizzo di acceleratori di calcolo prodotti all'estero nei nuovi centri dati in costruzione in Cina che beneficiano di finanziamenti statali. La misura non riguarda solo i progetti futuri, ma anche quelli già in corso, con un grado di completamento inferiore al 30%. Per i progetti più avanzati, le autorità cinesi valuteranno caso per caso l'applicazione delle nuove regole. In alcuni scenari, le aziende potrebbero essere costrette a rimuovere gli acceleratori di calcolo di fabbricazione straniera già acquistati e installati.
La decisione giunge in un momento delicato per le relazioni tra Cina e Stati Uniti nel settore tecnologico. Dopo un incontro con il presidente cinese Xi Jinping, l'allora presidente americano Donald Trump aveva suggerito che Nvidia avrebbe dovuto negoziare direttamente con la parte cinese per la fornitura dei suoi acceleratori, con gli Stati Uniti nel ruolo di arbitro. Il CEO di Nvidia si era lamentato del fatto che i clienti cinesi stessero rifiutando i suoi prodotti, causando un crollo della quota di mercato dell'azienda in Cina dal 95% allo 0% in tre anni.
Al momento, non è chiaro se le nuove restrizioni si applichino a tutta la Cina o solo a specifiche province. Dal 2021, il governo cinese ha stanziato oltre 100 miliardi di dollari in sussidi per sostenere la costruzione di centri dati per l'IA. Alcune aziende hanno già dovuto congelare i progetti di costruzione di centri dati originariamente pensati per utilizzare gli acceleratori di calcolo di Nvidia.
La transizione verso alternative cinesi presenta diverse sfide. Oltre alle potenziali limitazioni in termini di prestazioni ed efficienza energetica, l'ecosistema software di Nvidia ha raggiunto una tale diffusione da rendere difficile la sua sostituzione con piattaforme hardware di altra provenienza. È interessante notare che le nuove restrizioni in Cina includono anche Nvidia H20, l'acceleratore più avanzato nominalmente disponibile nel paese.
Questa mossa rappresenta un ulteriore passo verso la strategia cinese di ridurre la dipendenza dalle tecnologie straniere, in particolare in settori strategici come l'intelligenza artificiale. L'obiettivo è chiaro: creare un ecosistema tecnologico nazionale autosufficiente, capace di competere a livello globale. Resta da vedere come questa politica influenzerà l'innovazione e la crescita del settore tecnologico cinese nel lungo termine. Sarà cruciale osservare se le aziende cinesi riusciranno a sviluppare alternative competitive agli acceleratori di calcolo stranieri, sia in termini di prestazioni che di ecosistema software.
La decisione del governo cinese potrebbe avere ripercussioni significative anche per le aziende straniere che operano nel settore dell'IA. Nvidia, in particolare, potrebbe subire un duro colpo, considerando la sua forte presenza nel mercato cinese. Tuttavia, la spinta verso l'autosufficienza tecnologica potrebbe anche creare nuove opportunità per le aziende cinesi, incentivando lo sviluppo di soluzioni innovative e competitive a livello globale. Il futuro del settore dell'IA in Cina si preannuncia ricco di sfide e opportunità, in un contesto geopolitico sempre più complesso.
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