La sesta sezione della Corte di Cassazione ha di recente messo un punto fermo sulla complessa vicenda giudiziaria di Carlo Cattaneo, un imprenditore di 40 anni di Castelvetrano, in provincia di Trapani. Cattaneo, che ha costruito la sua carriera nel settore delle scommesse online, è stato trovato colpevole di concorso esterno in associazione mafiosa nel noto procedimento denominato “Annozero”. La Corte ha così deciso di confermare le misure di sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per una durata complessiva di tre anni e mezzo. Inoltre, è stata disposta la confisca dei suoi beni, ulteriore testimonianza della sua coinvolgente attività nel mondo della criminalità organizzata.
I giudici della Suprema Corte hanno rigettato il ricorso presentato dalla difesa, dichiarandolo “immune da vizi giuridici”. Una delle motivazioni che ha guidato la decisione è stata la dimostrata “pericolosità generica” di Cattaneo, ben evidenziata nel processo. Durante le indagini è emersa la sua stretta “contiguità” con esponenti di spicco del clan Santapaola e del clan Guttadauro. La sentenza ha chiarito che l'imprenditore gestiva e organizzava scommesse illegali tramite siti “.com”, fungendo da intermediario per società estere non autorizzate in Italia. Un’attività particolarmente fruttuosa che si reggeva, secondo le argomentazioni della Cassazione, sull'appoggio di Francesco Guttadauro, nipote del famigerato Matteo Messina Denaro.
Il ruolo di Cattaneo come intermediario godeva di una sorta di “sponsorizzazione” da parte di Guttadauro, che agiva come suo “garante”. Questa protezione ha permesso a Cattaneo di espandere la sua influenza oltre la cittadina di Castelvetrano, penetrando in aree dominate da altre potenti famiglie mafiose, come quelle di Catania e Palermo. La conferma delle misure restrittive da parte della Suprema Corte non è solo un segnale di giustizia per la comunità, ma rappresenta anche un passo cruciale nella lotta contro la mafia e le sue ramificazioni nel settore dell’economia legale e illegale.
La vicenda di Carlo Cattaneo offre uno spunto di riflessione sull'influenza del crimine organizzato in settori apparentemente distanti dalle pratiche mafiose tradizionali. Le attività di scommesse online, sebbene apparentemente legali e regolamentate, possono trasformarsi in strumenti potenti nelle mani di organizzazioni criminali. Questo caso sottolinea quanto sia importante vigilare non solo sulle attività illegali manifeste, ma anche su quelle che si sviluppano nell'ombra, sfruttando lacune normative e complicità silenziose.
Con l'entrata in vigore delle misure di sorveglianza, si spera in un ripristino della legalità nel territorio, nonché in una presa di coscienza più ampia da parte della società e delle istituzioni circa le infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto economico. La storia di Cattaneo, con la sua eco di complicità, potere e illegalità, è un chiaro esempio del fatto che ogni contesto economico può essere vulnerabile alle manipolazioni mafiose. La giustizia, però, ribadisce con forza la sua presenza, pronta a colpire in difesa della legalità e della trasparenza.