Disavventura per una viaggiatrice veneziana di ritorno da una vacanza a Dublino. All’andata, il suo trolley era stato tranquillamente accettato a bordo del volo Ryanair e sistemato nella cappelliera. Al ritorno, però, le cose sono cambiate: nonostante un ritardo di due ore, al momento dell’imbarco lo staff della compagnia ha deciso di controllare uno per uno i bagagli a mano.
Il trolley della donna è risultato fuori misura secondo il misuratore ufficiale Ryanair, che ha giudicato la valigia troppo larga. L’ipotesi della viaggiatrice è che, inserendo una scatola all’interno del bagaglio per il rientro, questo possa aver leggermente deformato le dimensioni. Risultato? Bagaglio dirottato in stiva e una tariffa extra di 75 euro da pagare.
Ma la storia non finisce qui. Una volta rientrata a Venezia, la donna ha voluto vederci chiaro: metro alla mano, ha misurato il misuratore Ryanair presente in aeroporto e ha scoperto che, anziché i 20 cm di larghezza indicati dalla compagnia, lo strumento ne misura soltanto 19. Un singolo centimetro che può trasformarsi in una spesa non trascurabile — in alcuni casi, addirittura superiore al costo del biglietto.
«Abbiamo deciso di raccontare questa vicenda – spiega Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – perché le problematiche relative ai bagagli a mano sui voli low cost, in particolare con Ryanair, sono all’ordine del giorno. Ci si chiede se non sia diventato praticamente impossibile evitare le tariffe aggiuntive, che di fatto avvicinano il prezzo del biglietto a quello di una compagnia tradizionale».
L’associazione ha già inviato una diffida a Ryanair, sollevando dubbi sulla reale conformità degli strumenti utilizzati per le misurazioni. «Non si tratta di un dettaglio trascurabile – conclude Garofolini – perché con Ryanair, un solo centimetro può costare 75 euro».
Fonte: Nuovavenezia.it