Nel contesto della politica regionale del Piemonte, emerge una nuova contesa che ruota intorno alle misure di contrasto al gioco d’azzardo patologico. Una proposta presentata dalla consigliera regionale del Partito Democratico, Monica Canalis, è stata respinta dalla maggioranza di centrodestra in commissione. L'emendamento al DDL Omnibus mirava a modificare l'articolo 16 della legge regionale 19/2021 e prevedeva l'introduzione di nuove misure restrittive per limitare il gioco d'azzardo, soprattutto nei comuni con oltre 5.000 abitanti.
In particolare, l'emendamento proponeva di incrementare le distanze minime tra i dispositivi da gioco e i cosiddetti luoghi sensibili. Questi includono istituti scolastici, università, strutture sanitarie, luoghi di culto e altre aree ad alto rischio per le fasce più vulnerabili della popolazione, elevando la distanza a 500 metri nei comuni più grandi e mantenendo la soglia di 300 metri in quelli più piccoli. L'elenco era destinato a essere ulteriormente allargato, includendo oratori, centri di formazione, impianti sportivi, esercizi commerciali di compravendita di oro usato, sportelli bancari e strutture ricettive per categorie protette.
L'obiettivo dichiarato dall'onorevole Canalis era quello di aggiornare e rafforzare il quadro normativo regionale in relazione alle sfide urbane e sociali sempre più pressanti. Secondo la sua visione, la riduzione dell’esposizione al gioco d’azzardo da parte delle fasce fragili della popolazione, come giovani e anziani, avrebbe promosso una gestione più trasparente e responsabile da parte degli operatori del settore.
Nonostante l'assenza di impatto finanziario negativo sulle casse pubbliche, la proposta è stata respinta. Questo ha suscitato critiche accese da parte della stessa Canalis e del centrosinistra, che ha condannato l'assenza di motivazioni ufficiali e l'apparente incoerenza della maggioranza, in particolare di Fratelli d’Italia, che in passato aveva sostenuto iniziative simili. Essi considerano questa bocciatura un passo indietro cruciale nella tutela della salute pubblica e nella battaglia contro le dipendenze.
La proposta, sostiene Canalis, avrebbe invece garantito una maggiore coerenza con le linee guida nazionali, facendo riferimento al Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 25 luglio 2017. Tale decreto viene spesso citato come un parametro rilevante per le regolamentazioni riguardanti il gioco d’azzardo. La reazione del centrosinistra alla decisione si inserisce in un contesto di frustrazione crescente, evidenziando una significativa spaccatura ideologica all'interno delle istituzioni regionali.
Nella sua difesa, Canalis ha sottolineato che il testo dell'emendamento non solo aveva una struttura normativa solida, ma era anche perfettamente allineato con gli equilibri di bilancio. Tuttavia, la mancanza di un intervento legislativo significa che l'attuale regime delle distanze minime per le attività di gioco rimane inalterato nel Piemonte, mantenendo così uno status quo che, secondo le critiche, potrebbe facilitare potenziali esposizioni dannose delle fasce più vulnerabili della società al gioco d'azzardo.