Luca Marini, alla sua seconda stagione con il team ufficiale Honda, ha rilasciato un'intervista esclusiva a Motorsport.com, in cui ha parlato del suo forte senso di appartenenza al progetto di rilancio della casa giapponese nel Campionato del Mondo MotoGP. Il pilota, fratello di Valentino Rossi, ha affrontato diversi temi, dal suo approccio riservato alla vita privata, al suo contributo tecnico allo sviluppo della moto, fino al suo rapporto con la VR46 Riders Academy.
Marini ha spiegato di essere una persona tranquilla, che non ama particolarmente l'esposizione mediatica, ma che è felice quando si parla di lui. Ha poi sottolineato come i recenti progressi della Honda, culminati con i podi di Joan Mir in Giappone e Malesia, confermino che la direzione intrapresa è quella giusta, pur consapevole che la parte più difficile deve ancora venire: colmare il gap dagli avversari quando si è a pochi decimi di secondo è la sfida più ardua.
Il pilota italiano ha rivendicato il suo ruolo attivo nel processo di miglioramento della Honda, evidenziando come, grazie al suo contributo, siano cambiate molte cose, soprattutto a livello di metodo di lavoro. Ha affermato di aver cercato di dare risposte concrete agli ingegneri, non limitandosi a porre domande, ma lavorando insieme a loro per trovare soluzioni ad ogni problema. Questo approccio, secondo Marini, ha permesso di infondere nel team il suo modo di essere, il suo carattere e la sua personalità.
Marini ha poi parlato del suo interesse per l'aspetto tecnico delle moto, una passione che lo porta a cercare le massime prestazioni da un punto di vista ingegneristico. Ha rivelato di saper leggere i dati della telemetria, una competenza che ha acquisito grazie all'esperienza maturata in Moto2 e al confronto costante con gli ingegneri. Un'altra delle sue ambizioni è imparare il giapponese, non solo per rispetto verso la fabbrica per cui lavora, ma anche per poter comunicare in modo più efficace con i tecnici e avere un vantaggio sui suoi colleghi. Marini ha ammesso che la lingua giapponese è molto difficile, ma che si impegna costantemente per migliorare la sua conoscenza.
Rispondendo a una domanda sulle aspettative che aveva quando ha firmato per Honda, Marini ha confermato che si sono realizzate, e che è molto contento dei progressi compiuti finora. Ha ribadito di avere un altro anno di contratto per continuare a crescere con la casa giapponese e per cercare di vincere gare nel 2026, quella che considera la migliore opportunità della sua vita. A chi gli chiede se non rimpiange la scelta di aver lasciato il team VR46, con cui aveva ottenuto buoni risultati, Marini risponde che i risultati ottenuti con Honda dimostrano il contrario, e che è convinto di aver fatto la scelta giusta.
Infine, Marini ha smentito le voci di un suo distacco dalla VR46 Riders Academy, affermando di passare sempre del tempo con i ragazzi quando possibile. Ha spiegato che, essendo in un team factory, ha più impegni e meno tempo libero, ma che il rapporto con i membri dell'Academy è rimasto lo stesso di sempre. A proposito del futuro dell'Academy, Marini ha ammesso che al momento non ci sono nuovi talenti in vista, ma che si stanno cercando altri piloti di questo livello per portarli al Campionato del Mondo.
Per quanto riguarda il suo approccio alla preparazione, Marini ha rivelato di lavorare molto sulla parte mentale, praticando yoga e meditazione. Ha sottolineato come il lavoro mentale sia fondamentale per i piloti della MotoGP, ma che ogni pilota è diverso e deve trovare il suo modo per esprimere al meglio il suo talento. Infine, Marini ha spiegato perché non ha un assistente personale, preferendo prepararsi da solo il casco e la tuta. Ha concluso dicendo che gli piace viaggiare da solo, ma che alla fine incontra sempre tante persone che vanno alle gare.
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