La persistente competizione tra Stati Uniti e Cina nel settore del commercio estero sta spingendo le parti a ideare nuove strategie per esercitare pressione sull'avversario. Le autorità americane stanno valutando la possibilità di limitare le forniture di componenti cinesi sviluppati e fabbricati con l'ausilio di software statunitense. Questa mossa rappresenta un potenziale punto di svolta nella già tesa relazione tra le due superpotenze economiche.
L'obiettivo primario è quello di ostacolare l'esportazione dalla Cina di prodotti semiconduttori realizzati sul territorio cinese utilizzando software di progettazione americano. Ulteriori restrizioni potrebbero essere imposte sulla spedizione di dispositivi complessi che operano con software made in USA, categoria in cui rientrerebbero facilmente i computer portatili, come si può facilmente intuire.
Già nella prima metà del mese, l'allora presidente americano Donald Trump aveva manifestato la volontà di imporre limitazioni alla fornitura di alcuni software critici alla Cina a partire dal 1° novembre. Tuttavia, l'attuale discussione si concentra sui prodotti fabbricati in Cina che utilizzano software americano. Per ora, si tratta solo di una fase di pianificazione, e non è detto che la proposta venga effettivamente implementata, come riportato da Reuters citando fonti informate.
Il Segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent, durante un colloquio con i giornalisti, ha dichiarato che "tutte le opzioni sono sul tavolo". Qualora venissero introdotte nuove restrizioni nel settore del software, è probabile che vengano applicate in coordinamento con i partner del cosiddetto "gruppo dei sette" paesi (G7). I rappresentanti dell'ambasciata cinese negli Stati Uniti hanno replicato che la Cina si oppone all'"applicazione unilaterale di misure legali extraterritoriali" ed è pronta a difendere con determinazione i propri diritti e interessi legittimi, se necessario.
Diverse fonti esprimono la speranza che le autorità statunitensi si limitino a minacciare l'introduzione di tali misure, senza metterle effettivamente in pratica, poiché ciò danneggerebbe l'economia globale e renderebbe estremamente complessa l'amministrazione di un simile regime. Gli Stati Uniti stanno cercando di utilizzare questo argomento come contrappeso alle restrizioni cinesi sull'esportazione di minerali rari, che hanno colpito duramente l'economia americana. A maggio, Trump aveva già tentato di imporre restrizioni alla fornitura di software per la progettazione di chip alla Cina, ma i negoziati con le autorità cinesi avevano portato a un ammorbidimento della sua posizione.
Verso la fine del mese, è previsto un incontro tra i leader politici di Stati Uniti e Cina, durante il quale verranno inevitabilmente discussi i contrasti esistenti. L'evoluzione di questa situazione rimane incerta, ma è chiaro che le tensioni tecnologiche e commerciali tra le due nazioni continuano a rappresentare una sfida significativa per l'economia globale. Le prossime settimane saranno cruciali per capire se le minacce si concretizzeranno in nuove restrizioni o se prevarrà la via del dialogo e della negoziazione.
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