Secondo diversi esperti finanziari, l'economia degli Stati Uniti sta evitando la recessione grazie soprattutto agli ingenti investimenti nel settore dell'Intelligenza Artificiale (IA). La costruzione di infrastrutture per i Data Center e lo sviluppo di modelli di IA stanno alimentando la crescita economica, compensando le difficoltà che affliggono altri settori. Questa tendenza, secondo diverse fonti, sta neutralizzando l'impatto negativo dei tassi di interesse elevati e delle politiche commerciali considerate "caotiche" dell'amministrazione statunitense.
BNP Paribas ha sottolineato come l'IA stia effettivamente proteggendo l'economia dalla recessione, con una crescita della spesa che infonde fiducia nelle imprese riguardo a una ripresa sostenibile. Apollo Global Management ha evidenziato come, al di fuori del settore dell'IA, gli investimenti di capitale aziendale siano pressoché inesistenti. Nonostante gli aumenti dei tassi da parte della Federal Reserve (FED), la spesa per l'IA è rimasta sorprendentemente stabile, contrariamente al tipico comportamento degli investitori in simili circostanze.
Questo fenomeno si spiega con il fatto che gli investimenti nei Data Center sono finanziati in ultima analisi dalla crescita del valore azionario delle società appartenenti al gruppo dei "Magnifici Sette", tra cui Microsoft, Amazon, Alphabet e NVIDIA. Le stime di Omdia indicano che gli investimenti globali nei Data Center supereranno i 657 miliardi di dollari nel 2025, quasi il doppio rispetto a un paio di anni fa, con gli Stati Uniti che rimangono il principale motore di questa crescita. Si pensi che la spesa annuale di Amazon per i soli Data Center supera i 100 miliardi di dollari, cifra comparabile al Prodotto Interno Lordo (PIL) della Costa Rica.
Alcuni analisti stimano che il 92% della crescita economica degli Stati Uniti nei primi due trimestri del 2025 sia attribuibile alle apparecchiature e al software per l'elaborazione delle informazioni. Si prevede che, nel lungo termine, l'IA contribuirà a migliorare l'efficienza economica, consentendo di ottenere di più con meno risorse. Questo processo è già in atto, sebbene non si siano ancora verificati cambiamenti rivoluzionari. Studi recenti confermano che, nonostante gli investimenti miliardari nell'IA, il ritorno sull'investimento (ROI) in questo settore rimane incerto.
Un'indagine condotta negli Stati Uniti ha rivelato che le aziende hanno investito decine di miliardi di dollari in iniziative legate all'IA, ma il 95% di questi investimenti non ha prodotto alcun profitto. Secondo i consulenti di Bain & Company, se la curva di spesa attuale dovesse persistere, il settore tecnologico dovrebbe generare vendite annuali per 2.000 miliardi di dollari nel campo dell'IA entro il 2030. Ciò solleva preoccupazioni riguardo alla potenziale formazione di un'altra bolla finanziaria. Anche Goldman Sachs e la Bank of England hanno espresso timori simili.
Un motivo di particolare preoccupazione per gli analisti è la valutazione di OpenAI, stimata a 500 miliardi di dollari, considerando che l'azienda, pur essendo rinomata per le sue tecnologie all'avanguardia, non è ancora redditizia. Lo stesso Sam Altman, CEO di OpenAI, ha ammesso che il settore dell'IA si trova in una bolla, ma sembra non preoccuparsene eccessivamente, anche alla luce di un recente rapporto che indica che l'azienda sta perdendo circa il triplo dei soldi che guadagna. In realtà, solo il 5% degli 800 milioni di utenti di ChatGPT paga effettivamente per i suoi servizi.
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