Durante una recente conferenza trimestrale, il fondatore e CEO di Nvidia, Jensen Huang, ha lasciato intendere che la Cina non sembra intenzionata ad accettare gli acceleratori di calcolo disponibili nel rispetto delle attuali restrizioni all'esportazione imposte dagli Stati Uniti. Tuttavia, Huang ha aggiunto di non perdere la speranza di poter, un giorno, avviare le forniture degli acceleratori della famiglia Blackwell in Cina.
Queste dichiarazioni, riportate da Bloomberg, sono state rilasciate dal CEO di Nvidia durante una sua visita in Corea del Sud, in occasione del summit APEC. Alla domanda sulla disponibilità di Nvidia a vendere gli acceleratori della famiglia Blackwell in Cina, il fondatore dell'azienda ha risposto: «Non lo so. Spero, un giorno». Ha poi aggiunto che l'argomento di tali forniture non è stato toccato durante il suo colloquio con il capo del Consiglio Cinese per lo Sviluppo del Commercio Internazionale, Ren Hongbin. Huang ha inoltre chiarito che la decisione sulla possibilità di fornire gli acceleratori Blackwell dipenderà anche dalla volontà del presidente americano.
È interessante notare che anche l'ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, prima del suo incontro con il leader cinese Xi Jinping, aveva menzionato la disponibilità a discutere la questione delle forniture di Blackwell in Cina. Tuttavia, dopo i colloqui, ha dovuto ammettere che non si è parlato specificamente di questi chip, sebbene l'esportazione di chip in generale sia stata oggetto di discussione. Huang ha recentemente osservato che le autorità statunitensi intendono consentire a Nvidia di fornire determinati chip in Cina in cambio del 15% dei loro ricavi. Lo stesso fondatore dell'azienda è favorevole all'idea di mantenere le forniture di acceleratori americani alla Repubblica Popolare Cinese, poiché la perdita definitiva del controllo su questo mercato porterebbe allo sviluppo di sviluppatori cinesi e a un progresso eccessivo della Cina, a suo parere.
La situazione attuale è complessa, poiché le tensioni geopolitiche tra Stati Uniti e Cina influenzano direttamente le strategie commerciali delle aziende tecnologiche come Nvidia. Le restrizioni imposte dagli USA mirano a limitare l'accesso della Cina a tecnologie avanzate che potrebbero essere utilizzate per scopi militari o di sorveglianza. Tuttavia, Nvidia, come molte altre aziende americane, ha un forte interesse economico nel mercato cinese, che rappresenta una parte significativa dei suoi ricavi.
La speranza di Huang di poter fornire gli acceleratori Blackwell in Cina riflette la volontà di Nvidia di trovare un equilibrio tra il rispetto delle normative statunitensi e la necessità di mantenere una presenza nel mercato cinese. La famiglia di acceleratori Blackwell, che rappresenta l'ultima generazione di tecnologie di calcolo di Nvidia, è particolarmente importante per applicazioni di intelligenza artificiale e data center, settori in cui la Cina sta investendo massicciamente.
Resta da vedere se e quando gli Stati Uniti allenteranno le restrizioni all'esportazione verso la Cina e se Nvidia sarà in grado di ottenere le autorizzazioni necessarie per fornire gli acceleratori Blackwell. Nel frattempo, l'azienda continuerà a lavorare per trovare soluzioni che le consentano di servire il mercato cinese nel rispetto delle leggi e delle normative vigenti. La partita tra Nvidia, gli Stati Uniti e la Cina è ancora aperta e il suo esito avrà un impatto significativo sul futuro del settore tecnologico globale.
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