Ricevitorie: da baluardo dello Stato a bersaglio sociale?

Emilio Zamparelli (STS-FIT) lancia l'allarme: la percezione pubblica delle ricevitorie si è deteriorata, mentre l'illegalità si sposta online

Ricevitorie: da baluardo dello Stato a bersaglio sociale?

Nel corso del convegno “Le regole del gioco. Italia ed Europa a confronto, tra libertà individuale e responsabilità pubblica”, promosso da SWG e Brighstar, Emilio Zamparelli, presidente di STS-FIT, ha offerto una riflessione approfondita sul ruolo storico delle ricevitorie e sulla trasformazione della loro immagine agli occhi dell’opinione pubblica. Il quadro tracciato è quello di un settore che, pur avendo mantenuto intatta la sua funzione di presidio della legalità, si trova oggi a pagare un prezzo altissimo in termini di reputazione, a causa di una percezione pubblica sempre più negativa.

Zamparelli parte da un dato che considera incontestabile: il ruolo delle ricevitorie non è cambiato in ottant’anni. “I ricevitori continuano a rappresentare lo Stato sul territorio, il presidio della legalità. Questo è rimasto immutato”, afferma. A cambiare radicalmente, invece, è stata la percezione pubblica. Ciò che per decenni è stato considerato un luogo sano, un punto di socialità, un presidio civico, oggi rischia di essere percepito quasi come un luogo da evitare. “Non dico un luogo di perdizione, ma quasi”, osserva con amarezza, sottolineando una trasformazione inquietante nell'immaginario collettivo.

La contraddizione è evidente: la funzione è rimasta quella di sempre — presidiare la legalità e offrire un servizio regolamentato — ma l’immagine si è profondamente deteriorata. E secondo Zamparelli questo scollamento deriva soprattutto da un fattore: la differenza percepita tra gioco legale e illegale si è drasticamente assottigliata. Un tempo la distinzione era netta, quasi viscerale. Da un lato la ricevitoria, “la persona sana”, il luogo fisico riconoscibile e riconosciuto dalla comunità. Dall’altro l’illegale che raccoglieva giocate all’angolo della strada, spesso in contesti marginali e malfamati. Una distinzione immediata, visibile, quasi spontanea, che fungeva da deterrente per molti.

Oggi, invece, il quadro è cambiato radicalmente con l'avvento del digitale. “L’illegale non lo trovi più all’angolo delle strade. Oggi utilizza strumenti digitali, app e siti web apparentemente legali”, sottolinea Zamparelli. E mentre l’illegalità si è smaterializzata e resa invisibile, spostandosi online e raggiungendo potenzialmente chiunque, ovunque, è rimasto solo il punto fisico — la ricevitoria — come bersaglio dell’attenzione normativa, mediatica e sociale. Un’asimmetria che il presidente di STS-FIT considera gravemente distorsiva, anche perché si accompagna a “impedimenti, spesso nemmeno comprensibili, introdotti negli ultimi anni” e che hanno finito per danneggiare ulteriormente l’immagine delle attività autorizzate, oberandole di restrizioni e adempimenti burocratici sempre più complessi.

Zamparelli richiama poi un fenomeno poco discusso ma rilevante: il pendolarismo del gioco, cioè gli italiani che si spostano oltre confine per giocare, ad esempio in Svizzera o in Slovenia, attratti da un’offerta percepita come più accessibile o meno limitata. Un segnale che, secondo il presidente, dovrebbe far riflettere attentamente i legislatori e gli operatori del settore: misure che comprimono eccessivamente l’offerta legale sul territorio italiano non necessariamente favoriscono i consumatori o i giocatori, e talvolta li spingono verso contesti meno controllati, dove il rischio di incorrere in attività illegali o di sviluppare dipendenze patologiche è significativamente più alto. Questo fenomeno solleva interrogativi importanti sull'efficacia delle politiche attuali e sulla necessità di un approccio più equilibrato e lungimirante.

L'intervento di Zamparelli si chiude con un invito alla prudenza e alla consapevolezza. Mentre l’illegale si evolve e sfrutta le nuove tecnologie per raggiungere un pubblico sempre più vasto, il rischio — sottolinea — è continuare a concentrare l’attenzione esclusivamente sui punti fisici, caricando le ricevitorie di responsabilità e limiti che non corrispondono più alla realtà del mercato. “Le ricevitorie sono ancora il presidio dello Stato”, ribadisce con forza. Ma se l’immagine pubblica non torna a rispecchiare questo ruolo fondamentale, il settore rischia di perdere un presidio insostituibile per la legalità, per la tutela dei consumatori e per la salvaguardia del gettito erariale destinato a importanti servizi pubblici.

In conclusione, l'analisi di Emilio Zamparelli offre una prospettiva critica e stimolante sul futuro delle ricevitorie in Italia, invitando a una riflessione approfondita sulle politiche del gioco e sulla necessità di un approccio più equilibrato e consapevole, che tenga conto delle nuove sfide poste dalla digitalizzazione e dalla globalizzazione.

Fonte e Foto: Jamma.it

Pubblicato Mercoledì, 19 Novembre 2025 a cura di Marco P. per Infogioco.it

Ultima revisione: Mercoledì, 19 Novembre 2025

Marco P.

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