Luciano Spalletti
, figura emblematica del calcio italiano e conosciuto per il suo carattere schietto e diretto, è tornato a far parlare di sé al
Festival dello Sport di Trento
. Durante l'evento, l'ex ct della Nazionale ha affrontato con la sua consueta franchezza il controverso caso che ha coinvolto
Francesco Acerbi
, il difensore dell'Inter che ha rifiutato la convocazione per la sfida contro la Norvegia. Spalletti ha criticato Acerbi per aver sviato le responsabilità, sostenendo che il difensore ha utilizzato la questione legata a
Juan Jesus
per convenienza, anziché affrontare direttamente la situazione.
Spalletti ha raccontato di aver contattato personalmente Acerbi il giorno prima della convocazione, lodandone le performance in campo e offrendogli un posto in squadra grazie alle sue dimostrazioni di leadership e abilità. Tuttavia, Acerbi avrebbe poi optato per non accettare l'invito, portando come scusa delle preoccupazioni legate alla questione del compagno di squadra Juan Jesus. Spalletti, con un tono di velata disapprovazione, ha descritto come la vicenda fosse stata gestita in modo non conforme a come è stata raccontata da Acerbi.
Spalletti
ha anche elaborato sul suo turbolento periodo alla guida della Nazionale. Sebbene abbia descritto l'esperienza come paradisiaca, ha confessato che il Mondiale rappresentava un fardello personale, con un'eredità di pressioni e responsabilità che ancora oggi gli provocano dolore. Riconosce che alcuni errori siano stati commessi nel comunicare con la squadra, accusandosi di essere stato troppo invasivo con le sue visioni calcistiche, ignorando il bisogno degli atleti di uno stato mentale più libero per esprimere il loro potenziale.
Non è mancato un riferimento a
Gennaro Gattuso
, attuale ct, di cui Spalletti ha lodato le capacità sia in campo che nella gestione dello spogliatoio, augurandosi che la Nazionale possa tornare ai Mondiali grazie alla solidità del gruppo e alle nuove soluzioni tattiche adottate. Un’attenzione speciale è stata riservata a giovani talenti come
Pio Esposito
, descritto come un trascinatore nell'area di rigore, capace di rievocare i fasti di campioni come
Bobo Vieri
.
Un altro capitolo della conversazione ha toccato le esperienze passate di Spalletti nel gestire relazioni complesse con personalità forti come
Mauro Icardi
e
Francesco Totti
. Mentre Icardi è stato riconosciuto come un talento straordinario dentro l'area, Spalletti ha sottolineato come le sfide fuori dal campo spesso limitassero il suo potenziale. Analogamente, il suo rapporto con Totti è stato marcato da un contorno di influenze esterne piuttosto che da una mancanza di rispetto reciproco.
Concludendo, Spalletti ha fatto luce sulle sue esperienze al
Napoli
, un periodo definito da tensioni con il presidente
Aurelio De Laurentiis
. Spalletti ha narrato di un clima di lavoro difficile derivato da un rapporto sempre più sbilanciato con la presidenza. Nonostante l'acida ironia con cui De Laurentiis sottolineasse la possibilità del Napoli di vincere anche senza di lui, Spalletti non ha accettato di restare a quelle condizioni. Ha descritto come il club partenopeo abbia infranto i propri equilibri dopo il suo addio, portando De Laurentiis a ripensare le dinamiche interne con l'arrivo di un nuovo allenatore dotato di altrettanto carisma.
Con l'Italia in bilico per la qualificazione al
Mondiale 2026
, le dichiarazioni di Spalletti risuonano come un promemoria delle sfide e delle complesse dinamiche che caratterizzano i retroscena del calcio nazionale.
