Migliaia di satelliti in orbita terrestre bassa, la maggior parte dei quali appartenenti a SpaceX (Starlink), rappresentano una minaccia concreta per le attività spaziali. L'aumento dell'attività solare nel 2024 ha evidenziato questa vulnerabilità, quando Starlink ha perso il controllo della sua costellazione satellitare in due occasioni distinte. La situazione è ulteriormente peggiorata, e un recente studio scientifico ha rivelato che la perdita di controllo giornaliera sui satelliti potrebbe portare a una catastrofe con una probabilità del 30%.
Nello studio, i ricercatori paragonano la costellazione Starlink a un castello di carte. I loro calcoli indicano che, a partire da giugno 2025, si verificano sfioramenti (entro 1 km) tra tutti i satelliti in orbita ogni 22 secondi. Concentrandosi esclusivamente sui satelliti Starlink, questi si avvicinano pericolosamente l'uno all'altro ogni 11 minuti. Per evitare collisioni, ogni satellite Starlink esegue in media 41 manovre di evitamento all'anno. Questa frequenza di manovre e la rapidità degli avvicinamenti rendono il sistema estremamente dipendente da un controllo costante, una navigazione precisa e comunicazioni affidabili.
Le eruzioni solari influenzano i satelliti in due modi principali: in primo luogo, riscaldano l'atmosfera terrestre, aumentando la resistenza aerodinamica e causando variazioni imprevedibili delle orbite, che richiedono ulteriori manovre e consumo di carburante. Ad esempio, a maggio 2024, oltre la metà di tutti i satelliti in orbita bassa hanno eseguito tali manovre. In secondo luogo, le potenti tempeste geomagnetiche possono compromettere i sistemi di navigazione e comunicazione, rendendo impossibili le manovre di evitamento.
Gli autori dello studio hanno introdotto una nuova metrica, il CRASH (Collision Realization and Significant Harm) Clock, che indica il tempo stimato per un evento di collisione catastrofica in caso di perdita di capacità di manovra. A giugno 2025, questo valore è di soli 2,8 giorni, in forte contrasto con i 121 giorni del 2018. La perdita di controllo anche per sole 24 ore comporta una probabilità del 30% di una collisione catastrofica, che potrebbe innescare la sindrome di Kessler: una reazione a catena in cui i detriti di una collisione ne provocano altre, formando una nuvola di spazzatura spaziale e rendendo l'orbita inutilizzabile per decenni. La sindrome di Kessler, teorizzata dallo scienziato della NASA Donald Kessler nel 1978, descrive uno scenario in cui la quantità di detriti spaziali in orbita bassa diventa così alta da rendere l'esplorazione spaziale e l'uso dei satelliti insostenibili.
Mentre l'inquinamento completo dell'orbita potrebbe richiedere anni, una singola potente eruzione solare potrebbe essere sufficiente per avviare il processo di distruzione del "castello di carte". Un evento simile si è già verificato nella storia: la tempesta di Carrington del 1859, la più potente mai registrata. Una tempesta di tale intensità potrebbe mettere fuori uso il sistema di controllo dei satelliti per tre giorni o più, privando l'umanità dell'accesso allo spazio per decenni. La tempesta di Carrington, che ha colpito la Terra nel settembre 1859, ha causato aurore boreali visibili fino ai tropici e ha interrotto le comunicazioni telegrafiche in tutto il mondo, dimostrando il potenziale di eventi solari estremi di causare danni significativi alle infrastrutture tecnologiche. La vulnerabilità delle infrastrutture spaziali moderne a eventi simili è una preoccupazione crescente, data la nostra dipendenza dai satelliti per comunicazioni, navigazione e monitoraggio ambientale.
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