Negli ultimi sviluppi nel mondo del Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID), Poste Italiane sta considerando l'opzione di introdurre un modello a pagamento per il suo servizio SPID. La notizia è emersa nelle ultime ore, generando discussioni tra gli utenti e gli addetti ai lavori. Poste Italiane, che attualmente fornisce SPID a oltre 20 milioni di utenti, potrebbe chiedere un canone simbolico di circa 5 euro l'anno. Questo piccolo contributo potrebbe sembrare insignificante per il singolo utente, ma per Poste potrebbe significare un incremento del fatturato annuale di circa 100 milioni di euro.
Questo possibile cambiamento non è del tutto inaspettato. Il governo italiano ha già espresso l'intenzione di abbandonare gradualmente il sistema SPID, a favore di strumenti più pubblici quali la CIE (Carta d’Identità Elettronica) e l'innovativo IT Wallet. Il passaggio a un modello a pagamento è già stato adottato da altri provider, come Aruba, InfoCert e Register, che hanno introdotto costi che variano da 4,90€ a 9,90€.
Il sistema SPID è stato al centro di dibattiti a causa della sua natura ibrida. Sebbene sia concepito come un servizio pubblico, in pratica è gestito da aziende private che hanno finora beneficiato di fondi statali. Tuttavia, con i segnali chiari del governo verso sistemi più integrati, i fornitori SPID si trovano in una situazione di incertezza.
Il contratto tra lo Stato e i fornitori di SPID è concluso già da aprile 2023 e, nonostante i negoziati prolungati, i fondi sono stati promessi solo per marzo 2025. Questo ha spinto i fornitori a considerare la sostenibilità del servizio mediante l'adozione di un modello a pagamento.
Le indiscrezioni riguardanti Poste Italiane sono particolarmente influenti, considerando che detiene una quota di mercato dominante, rappresentando circa il 70% degli utenti SPID totali. Se Poste decidesse di procedere con l'introduzione di una tariffa, le dinamiche di mercato potrebbero cambiare significativamente, influenzando non solo altri fornitori, ma anche milioni di cittadini che utilizzano SPID per accedere a servizi pubblici e privati.
In un contesto in cui il governo si sta orientando verso soluzioni più centralizzate e dirette al pubblico, il futuro di SPID si prospetta mutevole. Gli utenti e i fornitori devono prepararsi a un possibile cambiamento di paradigma, con uno scenario che potrebbe vedere una diminuzione dei fornitori che offrono SPID gratuitamente.
L'attuale situazione rappresenta un'opportunità di riflessione sui metodi con cui il Governo supporta e gestisce i sistemi di identità digitale, bilanciando le esigenze economiche delle aziende private con quelle di accessibilità per i cittadini. La transizione, se gestita efficacemente, potrebbe portare a un sistema di identità digitale più robusto e integrato.