Il 5 giugno, la Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) delle Nazioni Unite, ha emesso un avviso cruciale: c'è una probabilità del 70% che la temperatura media globale superi l’aumento critico di 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali tra il 2025 e il 2029. Questo preoccupante dato proviene dal rapporto climatico annuale dell'organizzazione, che mostra una tendenza verso un riscaldamento record, seguita da quelli che sono stati già classificati come gli anni più caldi della storia: 2023 e 2024.
La vice segretaria generale dell’OMM, Ko Barrett, ha dichiarato che “abbiamo appena vissuto 10 degli anni più caldi mai registrati e, purtroppo, la tendenza non cambierà nel breve periodo”. Ha inoltre sottolineato che le conseguenze saranno significative per l’economia, la vita quotidiana delle persone e la condizione delle ecosistemi.
Secondo l'Accordo di Parigi del 2015, le nazioni hanno concordato di mantenere l'aumento della temperatura globale “ben al di sotto” dei 2°C, mirando a un limite di 1,5°C. Tuttavia, molti scienziati sono ormai convinti che questo obiettivo sia sfuggito di mano a causa del continuo aumento delle emissioni di CO₂ legate alla combustione dei combustibili fossili.
Il rapporto dell'OMM, basato su dati meteorologici raccolti a livello globale, prevede che nei cinque anni prossimi la temperatura media annuale sarà tra 1,2 e 1,9 °C sopra i livelli preindustriali. La probabilità che almeno uno di questi anni superi il 2024 come l'anno più caldo è dell'80%. Secondo il climatologo Peter Thorne della Maynooth University, “ci aspettiamo che il superamento a lungo termine della soglia di 1,5°C avvenga alla fine degli anni venti o all'inizio degli anni trenta”, aggiungendo che la probabilità di tale scenario può raggiungere il 100% entro i prossimi due o tre anni.
Per la prima volta, i rapporti prevedono un piccolo, ma significativo, 1% di possibilità che uno degli anni tra il 2025 e il 2029 possa superare la soglia del 2°C. Adam Scaife del Met Office del Regno Unito ha dichiarato che “questo è sconvolgente e la probabilità crescerà solo”. Attualmente, anche una minima parte di aumento della temperatura aggrava le ondate di calore, provoca piogge intense, siccità e accelera lo scioglimento dei ghiacciai.
Temperature estreme sono già state registrate quest'anno in Cina (oltre i 40 °C), negli Emirati Arabi Uniti (quasi 52 °C) e in Pakistan, dove tempeste letali hanno seguito un'ondata di calore anomala. La climatologa Friederike Otto dell'Imperial College di Londra ha dichiarato: “Abbiamo già raggiunto un livello di riscaldamento pericoloso”. Altri scenari allarmanti previsti includono un'accelerazione del riscaldamento nell'Artico, una riduzione del ghiaccio marino nei mari di Barents, Bering e Okhotsk, oltre a un aumento delle precipitazioni in Asia meridionale, Sahel e Europa settentrionale, accompagnato da un’aridità crescente in Amazzonia.