Durante il Workshop Sapar 2025, l'intervento di Valentina Cucciniello, ricercatrice dell'Osservatorio Internazionale sul Gioco dell'Università degli Studi di Salerno, ha offerto una prospettiva scientifica e antropologica sul gioco, spesso assente nel dibattito pubblico. La sua analisi ha evidenziato il valore intrinseco del gioco come componente essenziale dell'esperienza umana e sociale, superando le sole dimensioni regolatorie ed economiche.
Cucciniello ha aperto il suo intervento ricordando come le scienze umane, tra l'Ottocento e la prima metà del Novecento, abbiano considerato il gioco un elemento centrale nello sviluppo individuale. Ha sottolineato la funzione primaria del gioco, che accompagna l'uomo sin dalla sua formazione, dal rischio calcolato alle prime scelte personali. "Pensate al concetto stesso di scommessa," ha spiegato. "Ognuno di noi, iniziando un percorso di vita o professionale, compie una scommessa su se stesso. Il gioco non è un estraneo alla nostra quotidianità: ne è una dimensione intima e naturale."
L'Osservatorio dell'Università di Salerno analizza il gioco pubblico come uno specchio delle trasformazioni sociali, economiche e culturali del Paese. Le tendenze di consumo, l'approccio alle lotterie e ai giochi di abilità, e le modalità di fruizione online e offline riflettono abitudini e cambiamenti più ampi della società contemporanea. La ricercatrice ha evidenziato che l'Osservatorio lavora attraverso ricerche, pubblicazioni, rapporti annuali e tavoli di confronto aperti a imprenditori, rappresentanti istituzionali, operatori e studiosi, poiché "solo attraverso una conoscenza sinergica è possibile dare voce a un bisogno reale: il bisogno ludico".
Cucciniello ha inoltre affrontato il tema della ludopatia, inserendola nel contesto delle cosiddette New Addiction, ovvero le nuove dipendenze comportamentali. Queste dipendenze, ha spiegato, condividono meccanismi psicologici simili a quelli osservati nello shopping compulsivo, nell'abuso di internet, nel workaholism e in altre forme di iper-stimolazione sociale. "Il problema non è il gioco in sé," ha chiarito. "Il problema nasce quando un'attività socialmente accettata viene esercitata senza gestione, senza limiti, senza consapevolezza." Per questo motivo, il settore del gioco pubblico deve essere analizzato con strumenti scientifici, evitando stereotipi e condizionamenti mediatici.
Presentando i dati dell'ultima ricerca dell'Osservatorio sull'evoluzione del gioco post-Covid, Cucciniello ha evidenziato come la chiusura forzata dei punti fisici abbia provocato un trasferimento massiccio verso l'online, con 17 milioni e 100 mila nuovi conti attivati nel 2022, soprattutto nella fascia 18–25 anni. Questa tendenza non si è esaurita con la riapertura e rappresenta oggi un fenomeno strutturale. "L'online è accessibile 24 ore su 24, ovunque, con meccanismi di rinforzo molto forti. Questo comporta rischi specifici, perché manca la mediazione fisica dell'operatore." Il digitale, inoltre, crea un effetto di distacco psicologico: "Il denaro digitale non è percepito come denaro reale, e questo facilita comportamenti eccessivi."
La ricercatrice ha ribadito la centralità del gioco fisico nel garantire tutela, sicurezza e monitoraggio. La presenza di operatori formati nei punti di gioco è cruciale per cogliere segnali precoci di disagio e orientare gli utenti verso forme di supporto. Ha inoltre apprezzato l'apertura della filiera, in particolare Sapar, verso la ricerca scientifica, sottolineando come il settore stia mostrando sensibilità, attenzione e volontà di collaborazione con il mondo accademico.
In conclusione, Cucciniello ha richiamato la necessità di superare il paradigma demonizzante che spesso domina il dibattito pubblico. Il gioco è un valore sociale, una forma di libertà e intrattenimento che fa parte della natura umana. Le derive patologiche si affrontano con conoscenza, prevenzione e cooperazione, non con stigmi o retorica. "Il settore funziona solo se si lavora insieme," ha detto. "È questo il senso del nostro essere qui: scommettere insieme sulla possibilità di un punto di incontro tra ricerca, imprese, istituzioni e politica. Non per demonizzare, ma per comprendere e governare un fenomeno che appartiene alla nostra identità." La sua analisi invita a un approccio più maturo e consapevole al gioco d'azzardo, riconoscendone il potenziale positivo e affrontando con serietà le problematiche connesse.
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