Il Brasile, terra di calcio e passione, si è trovato a navigare in acque agitate con la legalizzazione delle scommesse sportive online. Un caso emblematico è quello del Flamengo, uno dei club più amati e seguiti del paese, che ha dovuto difendere il proprio marchio da un operatore di scommesse improvvisato. La vicenda, apparentemente isolata, ha messo in luce le carenze di un sistema normativo incompleto e le conseguenze di una legalizzazione affrettata.
Tutto è iniziato quando un operatore sconosciuto ha deciso di chiamarsi 'BetFla', presentandosi come 'la casa di scommesse dei tifosi rosso-neri'. Un affronto per il Flamengo, club fondato nel 1895 con oltre 30 milioni di tifosi. I legali del club non hanno esitato a portare la questione in tribunale, innescando un processo che ha tenuto con il fiato sospeso l'intero settore del gambling brasiliano.
La sentenza della 6ª Corte Commerciale di Rio de Janeiro è stata inequivocabile: BetFla è stata condannata per 'sfruttamento parassitario' del marchio Flamengo, con una multa immediata di circa 81.000 euro e ulteriori sanzioni per ogni giorno di violazione. Il giudice ha sottolineato come l'imitazione dei colori e dei simboli del club fosse deliberata, volta a ingannare i consumatori e a creare una falsa impressione di partnership ufficiale. Una vittoria importante per il Flamengo, che ha rivendicato il diritto di proteggere il proprio patrimonio da chi cerca di sfruttarlo a fini commerciali.
Tuttavia, questa battaglia legale non sarebbe nemmeno dovuta accadere. La legge 14.790/2023, che ha legalizzato il mercato del gambling online a partire dal 1° gennaio 2025, ha lasciato un vuoto normativo cruciale: la mancanza di un codice pubblicitario. Le regole su come commercializzare le scommesse, sull'uso dell'immagine dei club e sulla visibilità delle sponsorizzazioni sono rimaste in sospeso per troppo tempo, creando incertezza e confusione.
Operatori e club si sono trovati a combattere battaglie legali costose in un contesto normativo indefinito. Gli esperti del settore avevano avvertito più volte della necessità di un quadro nazionale unificato per evitare che la situazione degenerasse. Il Senato brasiliano ha discusso a lungo due proposte di legge sulla pubblicità del gambling, giungendo ad un vicolo cieco. Solo il 6 dicembre 2024, con l'Ordinanza 1.231 della Segreteria dei Premi e Scommesse, sono state finalmente introdotte regole pubblicitarie con vigenza immediata, stabilendo obblighi di segnalazione 18+, limitazioni sulla promozione e parametri chiari per le sponsorizzazioni. Un passo avanti, ma tardivo, che non ha potuto cancellare i mesi di caos normativo.
L'ironia della sorte è che lo stesso Flamengo, oggi paladino della protezione del proprio marchio, in passato aveva stretto una partnership con PixBet, lanciando la piattaforma FlaBet. L'accordo aveva suscitato polemiche e critiche, portando alla sua conclusione nell'agosto 2025, quando il club ha annunciato il passaggio a Betano. Il caso Flamengo dimostra che il confine tra partnership legittima e sfruttamento del marchio è spesso labile e che la chiarezza normativa è fondamentale per evitare ambiguità e contenziosi.
La decisione contro BetFla rappresenta un precedente importante nel diritto commerciale brasiliano, definendo il concetto di 'sfruttamento parassitario' nel contesto delle scommesse sportive e creando un deterrente economico significativo. Tuttavia, si tratta di una vittoria parziale, che risolve un caso singolo ma non il sistema. L'Ordinanza 1.231 di dicembre 2024 ha colmato alcune lacune, ma non ha cancellato i mesi di incertezza e le dispute legali che hanno caratterizzato il mercato brasiliano del gambling. La legalizzazione delle scommesse, avvenuta nel gennaio 2025, è stata seguita da un vuoto normativo di undici mesi, che ha generato contenziosi evitabili e ha messo a rischio la credibilità del settore.
Il Brasile ha imparato a proprie spese che legalizzare un mercato senza definire contestualmente le regole del gioco significa regalare mesi di caos a operatori, club e tribunali. La vicenda del Flamengo e di BetFla è un monito per il futuro, affinché la passione sportiva non diventi un marchio commerciale da contendersi nelle aule di tribunale e affinché gli operatori seri possano investire in un mercato regolamentato e trasparente.
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