Giovanni Gordini, esponente del gruppo Civici con de Pascale, ha lanciato un appello alla giunta della Regione Emilia-Romagna riguardante la necessità di tutelare l’autonomia normativa regionale in materia di gioco, mantenendo nel contempo gli strumenti comunali attualmente attivati per la prevenzione e il contenimento di questo fenomeno. Questo intervento si inserisce in un contesto più ampio legato a una proposta di riforma nazionale del settore, che, secondo Gordini, prevede una significativa erosione delle norme esistenti.
Possibile riduzione distanze luoghi sensibili
In particolare, si parla di una possibile riduzione delle distanze obbligatorie dai cosiddetti "luoghi sensibili", e in alcune ipotesi si è addirittura ipotizzato un azzeramento di tali distanze, a condizione che gli operatori del settore dispongano di una "certificazione" ottenuta attraverso corsi di formazione specifici. Gordini mette in evidenza che, se questa proposta dovesse essere attuata, si protrarrà notevolmente la durata delle aperture delle sale gioco.
Questo comporterebbe non solo una diminuzione sostanziale delle fasce orarie di chiusura obbligatoria, ma porterebbe anche a un allungamento quasi continuo del tempo in cui è possibile accedere ai giochi. La riforma proposta, secondo Gordini, risulterebbe in contrasto con le normative orarie più restrittive già adottate da molti comuni dell’Emilia-Romagna, che operano nel rispetto delle loro competenze per tutelare la salute pubblica e limitare i rischi legati al gioco d'azzardo.
Onere per i bilanci
Il rischio evidenziato da Gordini è che, sebbene una maggiore libertà di esercizio del gioco legale possa portare a un aumento degli introiti fiscali per lo Stato, ciò si tradurrebbe anche in un onere maggiore per i bilanci regionali. Ciò è particolarmente vero per le Regioni come l'Emilia-Romagna, che hanno già investito risorse significative nella creazione di una rete di prevenzione e cura per le problematiche connesse al gioco d'azzardo. Di conseguenza, Gordini ha presentato un atto ispettivo per invitare il governo regionale a opporsi a una riforma azzardata, che si basa su logiche di guadagno immediato, poiché potrebbe comportare un aumento dei casi di disturbi legati al gioco e, di conseguenza, costi aggiuntivi per i servizi regionali dedicati alla cura delle dipendenze.
L'importanza sociale
L’Assessore alle Politiche per la Salute, Massimo Fabi, ha ribadito l'importanza sociale e sanitaria del tema in esame. Attualmente, la legislazione vigente si fonda sulla necessità di rispettare delle distanze dai luoghi sensibili, mentre l'iniziativa governativa sembra propensa a eliminare tale requisito, privilegiando invece un sistema di certificazione e formazione per gli esercenti.
Questo cambiamento di rotta ha sollevato critiche, tanto che la Corte Costituzionale, nel gennaio scorso, si è espressa a favore di misure che tutelino la distanza dai luoghi sensibili. Ad oggi, si attende una comunicazione definitiva da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze, ma Fabi ha assicurato che la Regione Emilia-Romagna continuerà a difendere, in tutte le sedi, la necessità di politiche che mantengano distanze minime dai centri di potenziale rischio.
Fonte: agimeg.it