L'Italia del volley femminile si consacra ancora una volta come campionessa del mondo, conquistando l'oro iridato dopo ben 23 anni dall'ultima affermazione avvenuta a Berlino nel 2002. Guidate dal leggendario Julio Velasco, le azzurre hanno affrontato una finale al cardiopalma contro la talentuosa Turchia, allenata dall'italiano Daniele Santarelli. Nella cornice della vibrante Bangkok, dove lo scorso anno l'Italia aveva trionfato nella Nations League 2024, la squadra ha messo in campo una determinazione e un'energia straordinarie, continuando una striscia vincente che ora conta 36 vittorie consecutive.
La formazione iniziale di Velasco per la finale non ha subito cambiamenti rispetto alle scelte vincenti del Mondiale. In campo l'Italia schiera Orro in regia, Egonu opposta al palleggiatore, le schiacciatrici Sylla e Nervini, mentre Fahr e Danesi si posizionano al centro, con De Gennaro nel ruolo di libero. L'inizio della partita vede le azzurre un po' in difficoltà, con ancora in testa le fatiche della semifinale contro il Brasile. In particolare Paola Egonu, nei suoi primi tre attacchi, non riesce a fare punti, venendo fermata da una difesa implacabile e commettendo un errore. Ma al quarto tentativo si sblocca, e l'Italia comincia a trovare il suo ritmo.
Il primo set si svolge con grande equilibrio, punto a punto, fino a quando le italiane non riescono a chiudere grazie a un attacco decisivo di Nervini. Nel secondo set, però, l'equilibrio cambia. La Turchia domina con un solido gioco di muro, lasciando le azzurre in difficoltà nell'attacco. Nervini viene ripetutamente fermata, mentre Egonu, nonostante gli sforzi, non riesce a raggiungere la linea della rete con efficacia. Con un parziale di 8-2 a favore della Turchia, Velasco opta per Antropova al posto di Egonu, ma la dinamica della partita non si modifica e il set si chiude con un ace di Vargas.
Il terzo set vede il ritorno di Egonu, che non delude, tornando a essere la trascinatrice della squadra con una performance esplosiva, mettendo a segno 10 attacchi sui 13 tentati, inclusi 2 muri e un ace. Anche se l'Italia si trova a condurre con un margine di 4 punti, la Turchia non cede e recupera il distacco grazie alla forza di Vargas. Il gioco continua serrato fino a che, nonostante tre set point annullati dalla Turchia, Egonu si carica la squadra sulle spalle, aggiudicandosi il parziale 26-24.
Ritrovate le energie e l'ambizione, le azzurre accolgono un quarto set carico di tensione. La Turchia si dimostra un avversario ostico con le centrali Zehra GuneS ed Eda Erdem, che mettono in difficoltà Danesi e Fahr. Una serie di errori da parte delle italiane concede alle avversarie il set con due attacchi di Vargas, energica e implacabile.
Il tie-break decisivo è un capolavoro di strategia da parte di Velasco. Opta per Giovannini al posto di Nervini, e introduce Fersino in ricezione per Sylla. La mossa paga: la difesa diventa impeccabile e la costruzione del gioco dell'Italia torna fluida e precisa. Un muro di Antropova lascia il segno, e un incrollabile Sylla conclude il set con un muro che pone fine alla lotta, decretando le azzurre campionesse del mondo. Il trionfo viene sancito quando il muro decisivo di Sylla manda in visibilio tifosi e squadra; l'Italia è di nuovo sul tetto del mondo.
Questa vittoria ha non solo fermato l'emorragia temporale di successi globali, ma ha anche costruito una nuova fiducia in una squadra che dimostra di poter sognare in grande. Il cammino vincente della squadra è la prova di un lavoro di squadra macchina diesel, con momenti di difficoltà superati in gran parte grazie alla grinta e alle capacità tecniche di giocatrici come Paola Egonu, Alessia Orro e tutto il gruppo. L'Italia ha ora la possibilità di ambire ancora di più, guardando avanti verso nuovi traguardi internazionali.