Silvio Baldini: un condottiero azzurro tra passione e integrità

Il nuovo tecnico dell'U21 condivide emozioni e sfide, tra critiche al sistema calcio e sogni realizzati

Silvio Baldini: un condottiero azzurro tra passione e integrità

Silvio Baldini, neonominato commissario tecnico dell'Under 21 italiana, si è presentato alla sua prima conferenza stampa con il fervore di un condottiero consumato, un uomo che porta con sé non solo la passione per il calcio, ma anche una critica feroce al sistema che lo circonda. La sua nomina è stata accolta con entusiasmo, ma anche con una certa apprensione da chi teme le sue dichiarazioni forti e talvolta controverse. Baldini, con il suo temperamento impetuoso, ha usato questa occasione per manifestare le sue preoccupazioni circa lo stato attuale del calcio italiano, un settore che descrive come inquinato da individui il cui unico obiettivo è il guadagno. Ha apertamente criticato la presenza di tanti piccoli interessi che sottraggono valore ai giovani talenti del calcio, affermando che questi "piccoli squali" depredano le società sportive minori e trovano rifugio all'estero, là dove le loro azioni sono meno visibili. "Mancano i talenti italiani?" si chiede retoricamente, sottolineando che se solo fosse possibile isolare i giovani giocatori da certe influenze negative, il loro potenziale potrebbe finalmente emergere. Baldini si erge a difensore di questi talenti, ritenendo fondamentale indirizzarli verso un miglioramento quotidiano piuttosto che verso un facile arricchimento. 

Avvezzo a un linguaggio colorito, Baldini ammette di dover trattenere i toni in pubblico: "Non posso permettermi certi termini con la maglia azzurra" ha dichiarato, pur sostenendo che il mondo del calcio è pieno di figure che meritano critiche rudi per la loro mancanza di rispetto e integrità. Ciononostante, Baldini si descrive come una persona di cuore, che privilegia il dialogo sincero e intriso di emozioni, valori che vuole trasmettere ai suoi ragazzi in questa nuova avventura. L'orgoglio di essere stato scelto per il ruolo di guida dell'Under 21 è evidente nelle sue parole. Baldini racconta di quanto questa opportunità lo abbia riempito di gioia, una sensazione che non provava dai tempi in cui l'aveva vagamente intravista sotto la guida di Roberto Mancini come commissario tecnico della Nazionale maggiore. "Non pensavo che avrei mai avuto questa chance", confida, aggiungendo che un simile traguardo sembra quasi un premio per l'onestà e l'amore dimostrato nel suo percorso professionale. Il legame con la sua famiglia emerge con forza dal racconto di quello che descrive come uno dei giorni più belli della sua vita, quando ha ricevuto la chiamata che lo ha portato qui. "Quando sono partito domenica, con la mia famiglia è stato un momento emozionante, perché c'era tutta la nostra storia". 

Racconta un uomo partito dal nulla, che ha scelto sempre la via più lunga per raggiungere i suoi obiettivi, e domenica è stata un'altra tappa memorabile di questo viaggio. Ma l'accento di Baldini è sui giovani. Non vuole apparire come un sergente di ferro, ma piuttosto come una figura paterna che guida i giocatori verso una consapevolezza migliore di sé e del loro potenziale. "Voglio che i ragazzi riconoscano la bellezza del loro mestiere, non solo per i guadagni ma per la possibilità di esprimere chi sono", afferma con convinzione, cercando di infondere nei suoi giocatori la consapevolezza di essere, prima di tutto, artisti, capaci di ragionare con cuore e anima. Se comprenderanno questo, sarà possibile affrontare e superare le difficoltà che incontreranno lungo il cammino. Baldini si propone come un mentore alla Robin Williams in Will Hunting, un uomo che vede nei giovani talenti non solo atleti, ma individui dotati di un potenziale artistico che può fiorire sotto la giusta guida. Con il suo linguaggio vibrante e la sua visione appassionata, Baldini si prepara a essere non solo un allenatore, ma una guida morale per la nuova generazione di calciatori italiani.

Pubblicato Martedì, 02 Settembre 2025 a cura di Marta B. per Infogioco.it

Ultima revisione: Martedì, 02 Settembre 2025

Marta B.

Marta B.

Trentasei anni, giornalista pubblicista, lo sport è al centro della mia vita. L'ho praticato con gioia negli anni giovanili (calcio, atletica leggera), lo pratico ora per puro piacere. Lavoro come giornalista free lance e curo prevalentemente articoli di cronaca sportiva e interviste ai protagonisti dello sport, dal calcio fino ai motori.


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