Il calcio italiano rinasce: un futuro pieno di opportunità

Il calcio italiano rinasce: un futuro pieno di opportunità

La 15ª edizione di ReportCalcio svela un panorama in crescita ma con sfide economiche ancora aperte

Il mondo del calcio italiano continua a sorprendere, rivelando una costante ripresa che promette una stagione di rinascita e sfide economiche. La 15ª edizione del ReportCalcio, pubblicata dalla Figc, è una finestra unica sul panorama calcistico, nazionale e internazionale, un documento che si propone di fare il punto sulla situazione attuale e pianificare le strategie per garantire la sostenibilità futura di un settore che rimane centrale per l'economia sportiva e sociale del paese. Gabriele Gravina, presidente della Figc, sottolinea l'importanza del rapporto, definendolo uno strumento essenziale di trasparenza e analisi. "Per numero di informazioni e profondità degli argomenti trattati, è lo studio più completo sul movimento calcistico italiano," ha dichiarato Gravina. 

Il calcio resta il primo riferimento sportivo nazionale in termini di numero di tesserati, valore economico generato e impatto sociale. Tra le priorità della Figc c'è l'investimento deciso nell'impiantistica, stimolato anche dalla candidatura italiana per Uefa Euro 2032, che sta spronando percorsi virtuosi in diverse città. Inoltre, la sostenibilità economico-finanziaria è un focus, considerata la fragilità degli attuali miglioramenti economici, dovuti in gran parte all'aumento del valore della produzione e non abbastanza strutturati da garantire la sicurezza finanziaria a lungo termine. 

Analizzando i dati del ReportCalcio, emerge che il calcio è un settore industriale in crescita per l'Italia, con un impatto stimato sul Pil di 12,4 miliardi di euro, in aumento rispetto all'anno precedente. Il settore contribuisce a 141.000 posti di lavoro, rivelando un'influenza significativa su vari comparti dell'economia, dalla produzione professionistica al calcio giovanile, passando per scommesse e media sportivi. 

Nonostante questi sviluppi positivi, il calcio professionistico maschile continua a combattere uno squilibrio economico-finanziario preoccupante. Negli ultimi 17 anni, la perdita aggregata dei club di Serie A, B e C ha raggiunto i 9,3 miliardi di euro, con debiti aumentati a 5,5 miliardi nel 2023-2024. Se nel 2007-2008 i ricavi coprivano il 97% dell'indebitamento, oggi la copertura è scesa all'83%.Ci sono comunque segni di miglioramento. Nelle ultime due stagioni, il valore della produzione ha superato i 4,5 miliardi di euro, un record storico, crescendo a un ritmo più rapido rispetto ai costi. Tra il 2021-2022 e il 2023-2024, i ricavi sono aumentati del 32,3% rispetto a un incremento del costo del lavoro del 7,2%. Questo ha permesso di dimezzare il livello di perdita in tre anni, da 1,4 miliardi a 731 milioni. 

In termini di ricavi, si segnala una crescita significativa nel settore degli sponsor e delle attività commerciali, che superano per la prima volta il miliardo di euro. Anche i ricavi da ticketing hanno stabilito nuovi record, soprattutto con l'affluenza della Serie A che registra numeri eccezionali. Tuttavia, i costi di produzione aumentano, con il costo del lavoro in crescita e un incremento significativo negli stipendi, specialmente in Serie A e C. Sul fronte sportivo, il numero di tesserati Figc quasi raggiunge 1,5 milioni, con una notevole crescita nel settore giovanile e femminile. La Figc ha investito oltre 9 milioni nel calcio femminile, che oggi rappresenta un valore aggiunto di 3,2 miliardi al Pil nazionale, creando 11.800 posti di lavoro. In sintesi, il calcio italiano si trova a un crocevia. La passione resta alta, con oltre 30 milioni di italiani che seguono il calcio regolarmente e un'audience globale in crescita. Tuttavia, la sfida della sostenibilità economica richiede interventi strategici, specialmente per quanto riguarda l'ammodernamento degli impianti e la gestione delle risorse finanziarie.

Pubblicato Giovedì, 31 Luglio 2025 a cura di Marta B. per Infogioco.it

Ultima revisione: Giovedì, 31 Luglio 2025

Marta B.

Marta B.

Trentasei anni, giornalista pubblicista, lo sport è al centro della mia vita. L'ho praticato con gioia negli anni giovanili (calcio, atletica leggera), lo pratico ora per puro piacere. Lavoro come giornalista free lance e curo prevalentemente articoli di cronaca sportiva e interviste ai protagonisti dello sport, dal calcio fino ai motori.


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