Il calcio italiano continua a rivelarsi un autentico pilastro dello sport nazionale, contribuendo in modo significativo non solo all'intrattenimento, ma anche all'economia del Paese. Durante la stagione 2023-2024, i tesserati della FIGC hanno raggiunto l'impressionante cifra di 1,5 milioni, rappresentando il 30% degli atleti italiani. Di questi, circa 1,13 milioni sono calciatori, con una predominanza di quasi 900.000 giovani nelle loro fila. Questo amore per il calcio si manifesta fin dalla più tenera età, coinvolgendo metà dei bambini tra i 3 e i 10 anni.
Il versante femminile del calcio ha mostrato una crescita notevole: le tesserate sono vicine a quota 50.000, triplicando le cifre tra le under 15 rispetto al 2008. Inoltre, il calcio italiano sta diventando sempre più inclusivo, con circa 60.000 giovani nati all'estero e oltre 4.000 atleti paralimpici attualmente attivi. Anche le scuole partecipano a questo movimento, coinvolgendo più di 132.000 studenti in attività calcistiche nel corso di un solo anno.
Il contributo economico del calcio è indiscutibile. I ricavi diretti ammontano a circa 7 miliardi di euro, mentre i contributi fiscali generati dal professionismo nell'arco di 17 anni si attestano su 20 miliardi di euro. Il suo impatto sul PIL è di 12,4 miliardi, con un incremento di un miliardo rispetto all'anno precedente. Inoltre, sostiene 141.000 posti di lavoro. Non va dimenticato il settore delle scommesse calcistiche, che da solo ha prodotto 16,1 miliardi di euro di raccolta e un gettito erariale di 401 milioni di euro.
Nel 2023-24, il calcio professionistico italiano ha fatto passi avanti in termini di sostenibilità economica. Le perdite aggregate si sono ridotte a 731 milioni di euro, rispetto ai 1,4 miliardi di tre anni fa, grazie a ricavi record da biglietteria, sponsorizzazioni e diritti televisivi, che hanno rispettivamente portato in cassa 478 milioni, oltre 1 miliardo e 1,5 miliardi di euro. Gli stadi italiani hanno accolto 21 milioni di spettatori, il numero più elevato nella storia recente, con la Serie A raggiungendo livelli di affluenza che non si vedevano dal 1992-93. In particolare, club come Inter, Milan e Roma si annoverano tra i primi dieci in Europa per affluenza.
Tuttavia, permangono alcune sfide critiche. Il Report Calcio evidenzia il limitato impiego di giovani talenti italiani, con solo il 2,3% dei minuti in Serie A affidato a giocatori Under 21. A ciò si aggiunge il problema delle infrastrutture obsolete, con solo sei nuovi stadi costruiti in 18 anni e un'età media degli impianti superiore ai 50 anni. Rinnovare le strutture potrebbe portare a un significativo incremento economico, con 31 progetti di nuovi impianti in programma che potrebbero generare 6,1 miliardi di euro di PIL e creare 80.000 nuovi posti di lavoro.
A livello internazionale, il calcio continua a essere lo sport leader per ricavi, con introiti pari a 49 miliardi di dollari. L'Italia, grazie agli ultimi successi nelle coppe europee e al primo posto nel ranking UEFA stagionale, ha ottenuto la qualificazione di cinque squadre alla Champions League 2024-25. Tuttavia, è ancora indietro rispetto a nazioni come Francia e Spagna nella valorizzazione dei propri giovani talenti.
Con il calcio che si riafferma come un motore primario dello sport e dell'economia italiana, il futuro di questa disciplina passa attraverso tre priorità fondamentali: miglioramento delle infrastrutture, sostenibilità economica e valorizzazione dei giovani talenti. Attraverso queste strategie, il calcio può continuare a trasformarsi e a consolidarsi non solo come la passione italiana per eccellenza, ma come un settore sempre più moderno, competitivo e inclusivo.