Patrick Vieira, oggi allenatore del Genoa, ha concesso un'intervista inedita al Corriere della Sera, riflettendo su momenti chiave della sua carriera di calciatore. Riconosciuto per il suo carattere deciso e talvolta spigoloso, Vieira si è aperto su aneddoti avvincenti, tra cui il rapporto con Zlatan Ibrahimovic e l'esperienza non sempre serena con José Mourinho all'Inter.
Revoca un passato ricco di tensioni positive con Ibrahimovic, l'attaccante svedese noto per la sua presenza imponente sia in campo che fuori. Vieira ammette che gli allenamenti erano a volte accesi e competitivi, ma al di là di ogni contrasto c'era un'amicizia solida. "Ci scontravamo spesso in allenamento, ma questo non ha mai intaccato la nostra amicizia", ha raccontato con un sorriso, ricordando quei giorni in cui lo spirito di competizione li spingeva a dare il massimo.
Un altro capitolo significativo riguarda il suo periodo sotto la guida di José Mourinho. Vieira ricorda il suo tempo all'Inter come un'esperienza formativa ma complessa. Confessa che il rapporto con il celebre tecnico portoghese era caratterizzato da estrema sincerità, forse troppo cruda per quel momento della sua carriera. "Ho lasciato l'Inter a gennaio, pochi mesi prima del loro leggendario Triplete. È stata colpa mia", dice con onestà. "Mourinho era trasparente e diretto, ma questo ha portato a divergenze che, col senno di poi, comprendo meglio ora che siedo in panchina." Un incontro avvenuto anni dopo ha permesso loro di riconciliarsi, suggellando la pace con affetto e rispetto reciproco.
Mai sazio di sfide, Vieira guarda avanti con determinazione, esprimendo il desiderio di riportare il Genoa a competere nelle competizioni europee. "Il Ferraris mi ricorda l'atmosfera avvolgente degli stadi inglesi", ammette, indicando l'importanza del supporto del pubblico nella sua nuova avventura. Nonostante lo sguardo rivolto al futuro, Vieira non può fare a meno di riflettere sui momenti che lo hanno segnato, come la finale del Mondiale 2006 contro l'Italia, un momento che sogna di poter rigiocare con un epilogo diverso.
Ricorda anche le parole di Julio Velasco, leggenda della pallavolo: "Un allenatore deve uccidere il giocatore che è stato." Vieira sta cercando di reinventarsi, mettendo da parte il passato da calciatore per abbracciare pienamente la sua nuova identità da allenatore. Nella sua visione, c'è la speranza di costruire un futuro luminoso per il Genoa, ritagliandosi una posizione di rilievo nel panorama calcistico europeo.