La situazione attorno alla società olandese Nexperia, che il governo dei Paesi Bassi ha deciso di acquisire contro la volontà dei proprietari cinesi, continua a evolversi in modo critico, con ripercussioni sull'intero settore tecnologico e automobilistico globale. La società, specializzata nella produzione di semiconduttori, si trova al centro di una complessa disputa geopolitica che rischia di alterare gli equilibri del mercato e compromettere la catena di approvvigionamento di componenti essenziali per numerose industrie.
Fino a poco tempo fa, Nexperia riceveva prodotti semilavorati dall'Europa e li completava nel suo stabilimento cinese, per poi distribuirli in tutto il mondo. Le nuove politiche governative hanno interrotto questo flusso, anche se le forniture al mercato interno cinese sono state ripristinate. Secondo quanto riportato da Reuters, citando fonti ben informate, i distributori cinesi hanno ripreso a ricevere i prodotti dall'impianto locale, con pagamenti effettuati esclusivamente in yuan, abbandonando l'uso di valute estere come il dollaro statunitense. Ai distributori è stato inoltre richiesto di effettuare le transazioni con i clienti nella valuta nazionale cinese.
Nel frattempo, la sede centrale di Nexperia nei Paesi Bassi è alla ricerca di partner al di fuori della Cina per testare e confezionare i suoi chip. Tuttavia, i colloqui con la divisione cinese non hanno ancora prodotto risultati significativi. La casa madre ha inoltre avvertito i clienti cinesi che non può garantire la qualità dei prodotti provenienti dallo stabilimento cinese. Va precisato che la ricerca di fornitori alternativi per il packaging dei chip era iniziata già prima dell'intervento del governo olandese, e che la decisione di abbandonare il sito cinese non è una conseguenza diretta dell'acquisizione forzata.
La questione Nexperia è stata oggetto di discussione anche tra i ministri del commercio di Cina e Paesi Bassi, ma finora non sono state raggiunte soluzioni soddisfacenti per tutte le parti coinvolte. La CEO di General Motors, Mary Barra, ha ammesso che le restrizioni all'esportazione di chip imposte dalla Cina potrebbero avere un impatto negativo sull'attività di assemblaggio di automobili della sua azienda. GM ha creato un team di lavoro dedicato a garantire la continuità delle forniture. Parallelamente, il ministro dell'economia tedesco ha annunciato un incontro con i produttori di automobili e i fornitori di componenti per discutere della situazione.
Anche i vertici di Volkswagen hanno informato i dipendenti che potrebbero verificarsi interruzioni nella produzione di automobili a causa della vicenda Nexperia, pur non collegando direttamente a questa problematica la prevista sospensione dell'assemblaggio dei modelli Golf e Tiguan nello stabilimento principale in Germania. L'azienda ha attribuito la pausa a problemi di approvvigionamento di altri componenti, non correlati a Nexperia. La situazione rimane fluida e in continua evoluzione, con il rischio concreto di ripercussioni a cascata sull'intera filiera industriale.
La vicenda Nexperia mette in luce la crescente importanza strategica del settore dei semiconduttori e le tensioni geopolitiche che lo caratterizzano. Le decisioni dei governi e le strategie delle aziende avranno un impatto significativo sul futuro dell'industria automobilistica e tecnologica a livello globale. Sarà fondamentale monitorare attentamente gli sviluppi futuri e valutare le possibili contromisure per mitigare i rischi e garantire la stabilità delle catene di approvvigionamento.