Samsung Electronics, gigante tecnologico sudcoreano, si trova in un momento critico a causa delle difficoltà nella produzione di chip avanzati a 3 nanometri. Nonostante l'annuncio trionfale nel 2022 che la vide anticipare di alcuni mesi il lancio della produzione di massa rispetto a TSMC, principale rivale, i risultati non sono stati quelli sperati. A tre anni di distanza, il tasso di difetti nella produzione rimane tragicamente alto, con quasi il 50% dei chip considerati inutilizzabili.
Questa situazione preoccupante è riportata dai media sudcoreani, in particolare dal Chosun Daily, che sottolineano le difficoltà affrontate da Samsung nel perfezionamento del nuovo processo tecnologico. Questa inefficienza ha costretto diversi clienti a rivolgersi altrove per le loro esigenze di produzione di chip, causando una perdita significativa di contratti importanti. Tra questi, Google ha deciso di affidare la produzione dei suoi processori Tensor G5 a TSMC, sfruttando anch'essa la tecnologia a 3 nm, ma con una produzione decisamente più efficace.
TSMC, infatti, ha raggiunto un livello di resa per i suoi chip a 3 nm che supera abbondantemente il 90%. Questo si traduce in una posizione di vantaggio nel mercato dei semiconduttori, con una lunga lista di clienti top come Apple, Qualcomm, Nvidia e MediaTek, che hanno scelto di collaborare con il colosso taiwanese per lo sviluppo di processori all'avanguardia come gli M5, gli Snapdragon 8 Elite Gen 2, i Rubin e i Dimensity 9500. Inoltre, TSMC si prepara a offrire a partire dall'anno prossimo i suoi primi chip prodotti con tecnologia a 2 nm, una mossa che potrebbe ulteriormente consolidare la sua leadership nel settore.
Per Samsung, la sfida non è solo tecnologica ma anche economica. La compagnia ha cercato di contenere i costi servendosi delle proprie tecnologie per lo sviluppo dei processori Exynos 2500, riducendo la dipendenza dalle forniture di processori Qualcomm, i cui costi sono aumentati di un impressionante 37% nel trimestre passato. Questo tentativo di ottimizzare le spese è visto come un passo necessario, vista la crescente pressione competitiva nel mercato dei semiconduttori.
Nel contesto delle tecnologie a 7 nm e 5 nm, Samsung non deve solo affrontare la concorrenza di TSMC ma anche confrontarsi con l'emergere di aziende cinesi, come SMIC, che guadagnano terreno. Inoltre, recenti voci indicano che Huawei potrebbe giungere presto sul mercato con la propria tecnologia a 3 nm, offrendo almeno due varianti già nel prossimo anno.
In sintesi, Samsung si trova di fronte a una sfida significativa: migliorare rapidamente l'efficienza della produzione per non perdere ulteriormente quota di mercato. Il futuro della divisione dei semiconduttori dipenderà fortemente dalla capacità dell'azienda di ridurre il tasso di difettosità nei suoi chip avanzati e dalle strategie che sceglierà di adottare per rimanere competitiva su un palcoscenico sempre più affollato e agguerrito. Mentre TSMC continua a segnare punti grazie alla sua efficacia produttiva, Samsung deve affrettarsi a rimanere nel gioco e guadagnare la fiducia non solo dei clienti attuali, ma potenzialmente anche dei nuovi stakeholder.