Il programma spaziale americano potrebbe trovare una nuova prospettiva di sopravvivenza economica grazie a un promettente compromesso politico tra l'amministrazione del presidente Donald Trump e il Congresso. Al centro delle discussioni, l'ambizioso progetto della Space Launch System (SLS), una delle più potenti navette spaziali progettate dalla NASA per le missioni verso la Luna nell'ambito del programma Artemis.
La questione si è accentuata all'avvicinarsi dell'approvazione del budget NASA, con forti richieste di riduzioni dei costi delle missioni scientifiche. Fino a questo punto, le divergenze di vedute tra la Casa Bianca e il Congresso, in particolare con il senatore Ted Cruz, avevano illuminato il dibattito su quale fosse la direzione più sostenibile per il futuro della programma spaziale. Con la data del nuovo anno fiscale fissata per il 1° ottobre, la tensione cresce sui finanziamenti futuri.
Con l'intenzione iniziale di cancellare i finanziamenti per la SLS al termine della terza missione Artemis, l'amministrazione Trump aveva manifestato il desiderio di abbandonare il costoso sviluppo della Exploration Upper Stage (EUS), una parte della navetta che richiede ingenti risorse. Questa mossa, pare, consentirebbe di risparmiare miliardi che potrebbero essere reinvestiti in altri aspetti cruciali del programma Artemis. L'EUS, infatti, finora ha comportato un esborso significativo, con investimenti per la sua costruzione e per una nuova rampa di lancio da 2,7 miliardi di dollari.
Secondo il confermato dall'ex amministratore della NASA Sean Duffy, l'attuale tariffa di 4 miliardi di dollari per ogni lancio della SLS mette a rischio la sostenibilità della missione lunare, rendendola, di fatto, una serie di visite sporadiche piuttosto che un progetto a lungo termine.
Grazie a questa scelta strategica, diversi miliardi potrebbero essere dirottati verso l'espansione di missioni legate al programma Artemis e verso uno sviluppo più concreto dell'esplorazione commerciale dello spazio, come i progetti Starship di SpaceX e New Glenn di Blue Origin. Oltre a supportare il mantenimento della SLS per le missioni future, questa nuova linea guida strategica permetterebbe al team di Trump di vantare una policy rivolta al contenimento delle spese.
Se l'accordo andrà a buon fine, potrebbe rappresentare una cornice solida per un cambiamento di paradigma nella strategia spaziale americana, adattando la storica ambizione esplorativa con le esigenze finanziarie della comunità scientifica e politica.