Nel lontano 2023, gli astronomi hanno fatto una scoperta sorprendente: il sistema binario Gaia BH2, situato a circa 3800 anni luce dalla Terra nella costellazione del Centauro. Questo sistema è composto da una stella di tipo solare e un buco nero "dormiente" con una massa stimata di circa nove volte quella del nostro Sole. Studi approfonditi di Gaia BH2 hanno rivelato che la stella presenta caratteristiche anomale che mettono in discussione le teorie convenzionali sull'evoluzione stellare, rendendola uno degli oggetti celesti più enigmatici conosciuti.
La stella in Gaia BH2 è classificata come un gigante rosso, con una massa di circa 1,2 volte quella solare e un raggio che supera di 8,55 volte quello del nostro Sole. Un aspetto particolarmente insolito è la sua velocità di rotazione: compie una rotazione completa in 398 giorni, un valore elevato considerando l'età stimata della stella, pari a circa 5 miliardi di anni (il Sole, per confronto, completa una rotazione in circa 30 giorni). Tuttavia, l'elemento più sorprendente è la composizione chimica della stella, che ricorda quella di stelle antichissime, nate poco dopo il Big Bang, circa 10-12 miliardi di anni fa. Questa "chimica antica" contrasta nettamente con le stime dell'età ottenute con altri metodi.
Per comprendere meglio i processi che avvengono all'interno della stella, gli scienziati hanno utilizzato l'astrosismologia, una tecnica che studia le oscillazioni sismiche delle stelle. I dati sono stati raccolti grazie al telescopio spaziale TESS della NASA. Le variazioni di luminosità causate dai "terremoti stellari" sono state analizzate con precisione, rivelando che il gigante rosso è circa 5 miliardi di anni più giovane di quanto si pensasse inizialmente. Questo dato ha ulteriormente complicato il quadro, suggerendo che la stella abbia subito un'evoluzione non convenzionale.
Una delle ipotesi avanzate dagli scienziati è che la stella possa aver assorbito materiale dal suo compagno originale, che in seguito è collassato in un buco nero. Questo processo potrebbe aver mascherato la vera età della stella e alterato la sua composizione chimica. Tuttavia, rimane un mistero l'accelerazione della rotazione stellare, che potrebbe essere anch'essa attribuita all'assorbimento di materia esterna. In definitiva, sembra che la formazione e l'evoluzione di questa stella siano state influenzate da almeno tre processi distinti, il cui equilibrio deve ancora essere compreso appieno.
La ricerca della verità scientifica in questo caso è un'avventura affascinante e profondamente illuminante, che ci permette di ricostruire eventi cosmici che fino a poco tempo fa erano inimmaginabili. Comprendere i meccanismi che hanno portato alla formazione di stelle "ringiovanite" come quella in Gaia BH2 può fornire nuove prospettive sull'evoluzione stellare e sulla formazione dei buchi neri, aprendo nuove frontiere nella nostra comprensione dell'universo.
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