“Non è un vizio, è una malattia”. Parte da questo concetto l’intervento del Sottosegretario di Stato per l’Economia e le Finanze, Federico Freni, alla giornata conclusiva della 7a Conferenza nazionale sulle Dipendenze, incentrato sul rapporto tra gioco, disturbi da gambling e gaming e strumenti di regolazione e prevenzione. Un tema cruciale che richiede un approccio multidisciplinare e una visione chiara delle sfide poste dalla digitalizzazione e dall'evoluzione delle abitudini di gioco.
Freni ha sottolineato come, su questi temi, non si possa ragionare soltanto in termini di gettito erariale: “Se dovessi parlare solo da uomo dei numeri – ha detto – direi banalmente che il gettito di questo comparto è irrinunciabile. Ma sarebbe un approccio sbagliato, che non ci consente di guardare al problema e di risolverlo. Noi i problemi li dobbiamo risolvere”. Un'affermazione che pone l'accento sulla necessità di bilanciare gli interessi economici con la tutela della salute pubblica e il benessere sociale. Il gettito derivante dal gioco d'azzardo, pur significativo per le casse dello Stato, non può giustificare l'inerzia di fronte ai problemi di dipendenza che esso può generare.
Il Sottosegretario ha ricordato che nella classificazione ICD-11 dell’Organizzazione mondiale della sanità sono presenti sia il gambling disorder sia il gaming disorder, sottolineando come la dipendenza da gioco – online o offline – vada affrontata come patologia: “Se pensiamo che i disturbi da gioco, che sia gambling o gaming, siano un vizio, siamo sulla strada sbagliata. Sono patologie che come tali vanno affrontate”. Riconoscere la dipendenza da gioco come una vera e propria malattia è il primo passo per combatterla efficacemente, fornendo ai pazienti il supporto medico e psicologico di cui hanno bisogno.
Freni ha quindi richiamato il cambiamento del contesto digitale e l’evoluzione del gioco online: “Oggi si assiste a un fenomeno che si chiama gamblification del gioco: quelli che una volta erano videogiochi sono diventati veri e propri simulatori di azzardo, che intercettano dinamiche completamente diverse. È un fenomeno che non possiamo ignorare”. La gamblification, ovvero la trasformazione di elementi tipici del gioco d'azzardo in altri contesti, come i videogiochi, rappresenta una sfida inedita per la prevenzione e la regolamentazione. I giovani, in particolare, possono essere esposti a meccanismi di gioco d'azzardo senza rendersene pienamente conto, aumentando il rischio di sviluppare dipendenze.
Sul fronte regolatorio, il Sottosegretario ha ricordato che in Italia “il gioco è lecito solo in quanto concesso dallo Stato” e che il Governo ha già avviato un percorso di riordino del settore attraverso la delega fiscale: “Non a caso il primo comparto oggetto di riassetto è stato quello del gioco online. I nuovi bandi, già aggiudicati e in via di progressiva attuazione, prevedono obblighi infrastrutturali che guardano anche alla prevenzione dei disturbi da gaming e dalla gamification del settore”. Il riordino del settore del gioco online è un passo fondamentale per garantire la sicurezza dei giocatori e contrastare il gioco illegale. I nuovi bandi di concessione prevedono requisiti più stringenti per gli operatori, al fine di prevenire i comportamenti a rischio e proteggere i minori.
Un passaggio è stato dedicato al ruolo dei concessionari e degli operatori: “È più facile prevenire quando il gioco avviene in un centro autorizzato, dove c’è formazione degli operatori. Non si può chiedere a chi ha gestito il lavoro in un certo modo per anni di cambiare se non lo si forma adeguatamente: bisogna formare anche i gestori”. La formazione degli operatori del settore è un elemento chiave per la prevenzione della dipendenza da gioco. Gli operatori devono essere in grado di riconoscere i segnali di disagio nei giocatori e di fornire loro informazioni e supporto adeguati.
Freni ha poi richiamato il tema delle piattaforme online illegali: “Nell’ultimo anno l’Agenzia delle Dogane ha bloccato poco meno di mille piattaforme illegali di gioco. Il problema non è soltanto il disturbo, ma anche l’accesso a piattaforme non regolate dallo Stato, che spesso offrono ai nostri minori prodotti di gioco diversi da quelli riconosciuti come legittimi e che non intercettano le necessarie tutele”. Il contrasto al gioco illegale online è una priorità per il Governo, in quanto queste piattaforme non offrono alcuna garanzia di sicurezza e possono esporre i giocatori a rischi di frode e dipendenza. Il blocco delle piattaforme illegali è un'azione importante, ma non sufficiente. È necessario anche aumentare la consapevolezza dei rischi del gioco illegale e promuovere l'offerta di gioco legale e sicuro.
In questo quadro, ha evidenziato il lavoro con il Sottosegretario Butti per intervenire “a monte” sugli accessi, attraverso strumenti di inibizione e procedure anonimizzate, con l’obiettivo di contrastare il gioco illegale online.
Sul piano sanitario, Freni ha indicato la necessità di aggiornare i Livelli essenziali di assistenza: “In un contesto di disfunzioni patologiche che si aggiornano, dobbiamo inserire nei Lea anche il tema del gaming disorder, alla pari di come oggi è inserita la DGA. Ma dobbiamo farlo consapevoli che, se non accompagneremo questo passo con le innovazioni tecnologiche essenziali per modificare il settore e garantire un controllo degli accessi, rischiamo di aver fatto un lavoro inutile”. L'inserimento del gaming disorder nei Lea è un passo importante per garantire l'accesso alle cure per i pazienti affetti da questa patologia. Tuttavia, è necessario accompagnare questo passo con investimenti in tecnologie e infrastrutture per la prevenzione e il controllo del gioco d'azzardo.
L’intervento si è concluso con il richiamo alla necessità di un approccio culturale, normativo e tecnologico integrato, in grado di tenere insieme tutela della salute, regolazione del gioco legale e contrasto al gioco illegale. Solo attraverso un approccio sinergico e coordinato sarà possibile affrontare efficacemente le sfide poste dal gioco d'azzardo e dal gaming e tutelare la salute e il benessere dei cittadini.
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