Nuovi dazi USA: Apple rischia forti rincari, iPhone fino a 2.300 dollari
Il nuovo pacchetto di dazi introdotto dal presidente Donald Trump, con particolare severità verso la Cina, potrebbe ridefinire profondamente gli equilibri del commercio globale. Tra i primi colpiti c'è Apple, che si trova ad affrontare un dilemma strategico: assorbire l’aumento dei costi o trasferirli direttamente ai consumatori. Gli analisti ritengono più probabile la seconda ipotesi, con conseguenze significative sui prezzi.
Prezzi alle stelle per i dispositivi Apple
Secondo le stime di Rosenblatt Securities, il prezzo degli iPhone negli Stati Uniti potrebbe aumentare fino al 43%. Un iPhone 16 Pro Max, attualmente venduto a 1.599 dollari, potrebbe arrivare a sfiorare i 2.300 dollari. Anche altri dispositivi, come i Mac e gli AirPods, potrebbero subire rincari fino al 39%.
Il modello base dell’iPhone 16 passerebbe da 799 a 1.142 dollari, mentre la versione più economica, l’iPhone 16e da 599 dollari, potrebbe salire a 856 dollari. Gli analisti di Counterpoint Research stimano aumenti medi di almeno il 30%, mentre Morgan Stanley prevede rincari più contenuti, tra il 17% e il 18%.
L'effetto immediato sui mercati
La notizia ha avuto un impatto diretto a Wall Street: le azioni Apple sono crollate del 9,3%, il peggior calo dal marzo 2020. Barton Crockett di Rosenblatt ha commentato amaramente: "Pensavamo che Apple, icona americana, avrebbe ricevuto un trattamento più favorevole, come nel primo mandato".
I nuovi dazi prevedono un aumento del 34% sulle merci cinesi, che si somma al 20% già in vigore. Tuttavia, le merci spedite prima delle 00:01 (ET) del 9 aprile saranno esentate, offrendo ad Apple una finestra ristretta per evitare i rincari su una parte degli stock.
Niente esenzioni questa volta
Durante la sua prima presidenza, Trump aveva concesso deroghe strategiche ad Apple per alcuni prodotti. Stavolta, invece, non sono previste esenzioni e l'amministrazione non sembra intenzionata a cambiare rotta. Su Truth Social, Trump ha scritto: “Sta andando tutto benissimo – I MERCATI esploderanno...”, confermando il pugno duro.
In parallelo, ha parlato di una "telefonata produttiva" con il Vietnam, lasciando intendere possibili accordi per un abbassamento dei dazi su quel fronte.
Il ruolo del Congresso e le difficoltà politiche
In teoria, il Congresso a maggioranza repubblicana potrebbe intervenire. Ma le iniziative, come la proposta del senatore Chuck Grassley che chiede una notifica obbligatoria al Congresso per ogni nuovo dazio, non hanno abbastanza supporto. Anche una risoluzione per bloccare i dazi sul Canada è destinata a decadere alla Camera.
Impatti anche fuori dagli Stati Uniti
Sebbene i dazi riguardino solo le importazioni verso gli USA, le conseguenze potrebbero essere globali. Apple potrebbe decidere di riallineare i prezzi a livello internazionale per mantenere i margini, con possibili aumenti anche in Europa.
In Italia, dove i prezzi degli iPhone sono già più elevati per via di IVA e tasse, i modelli di fascia alta potrebbero superare i 2.000 euro. Un duro colpo per chi sperava di accedere alle nuove funzionalità AI che Apple sta integrando nei dispositivi del 2025.
Spazio per la concorrenza
La situazione apre nuove opportunità per Samsung, che produce parte dei suoi dispositivi in Corea del Sud — soggetta a dazi più contenuti — e potrebbe quindi offrire prezzi più competitivi, specialmente nel mercato statunitense.
Una nuova fase per Apple
Per Apple si apre ora una fase critica: la dipendenza dalla produzione cinese torna sotto i riflettori. Negli ultimi anni l’azienda ha già avviato una diversificazione produttiva spostando parte della produzione in India, Vietnam, Thailandia e Malaysia. Tuttavia, anche questi Paesi rischiano dazi, seppur più leggeri rispetto alla Cina.
Nel frattempo, altre aziende si muovono con cautela. Nintendo, ad esempio, ha sospeso i preordini della nuova Switch 2 negli USA, previsti per il 9 aprile, in attesa di valutare l’impatto della nuova politica commerciale.