I Campionati Europei di Scherma, in corso a Genova, si sono trovati immersi in un'ondata di critiche a causa delle temperature insopportabilmente elevate registrate nel Palasport, principale sede dell'evento. Questo storico edificio, simbolo della città, non è al centro dell'attenzione solo per le competizioni di alto livello che ospita, ma anche per il caldo asfissiante che ha sollevato polemiche tra atleti partecipanti e organizzatori.
Se all'interno dell'altro sito di competizioni, il Jean Nouvel, il clima si è mantenuto piacevolmente stabile attorno ai 23,5-24 gradi, all'interno del Palasport la colonnina di mercurio ha superato i 30 gradi, ben oltre i 21 consigliati per eventi sportivi simili. Questa differenza ha acceso un vivace dibattito sulle responsabilità organizzative, con un focus sulle carenze nell'attivazione degli impianti di climatizzazione.
La recente acquisizione della struttura da parte del Comune di Genova, subentrata ufficialmente il 10 giugno dopo un periodo di comodato d'uso dalla società CDS, ha portato a un vuoto di responsabilità nella manutenzione dell'edificio. Dopo questo passaggio, il compito di gestire il Palasport era stato affidato a Porto Antico, l'ente responsabile durante l'Euroflora, che si era occupato della manutenzione. Purtroppo, queste operazioni non sono state estese ai campionati di scherma, posizionando il Comitato organizzatore direttamente al centro delle critiche per le inadeguate condizioni climatiche durante le competizioni.
Le funzioni di Porto Antico, limitate alla gestione dei "servizi fieristici", non includevano, apparentemente, il controllo degli impianti di climatizzazione. Questo rimpallo di responsabilità ha dato origine a una situazione labirintica, in cui il tentativo di risolvere il problema del caldo non è stato facilitato dalle alte temperature estive esterne.
La sindaca Silvia Salis, ex vicepresidente del CONI, si è trovata al centro di questo intrico di competenze e doveri, cercando di ripristinare normali condizioni ambientali prima che ulteriori figuracce danneggino l'immagine internazionale di Genova. Ha già intrapreso delle ispezioni mirate nei locali del Palasport, accompagnata da esperti tecnici alla ricerca di soluzioni rapide. In un comunicato ufficiale, il Comune ha già annunciato l'installazione di condizionatori portatili nelle vicinanze delle pedane principali, il che ha garantito una lieve riduzione delle temperature, ma ancora non sufficiente a replicare il comfort climatico del Jean Nouvel.
L'accidentato percorso organizzativo che ha accompagnato i Campionati Europei di Scherma evidenzia l'imprescindibile necessità di una gestione efficiente e coordinata degli impianti e delle strutture che ospitano eventi di questo calibro. La scarsa sinergia tra le varie entità coinvolte ha fatto emergere come, forse, si sarebbe potuto adottare un approccio maggiormente concertato, specie considerando l'ambizione dichiarata di Genova di diventare un centro di primaria importanza per eventi internazionali di alto livello.
La difficoltà de risolvere un problema infrastrutturale così significativo al Palasport – mentre si sarebbe potuto fare affidamento, in termini di esperienze gestionali passate, sul Jean Nouvel – mette in luce la pressante necessità di operare scelte più oculate e accorte in previsione di eventi futuri.
Questo episodio, di per sé già complesso e intricato, offre al Comune di Genova uno spunto importante per rivedere e potenziare le sue strategie nella gestione degli eventi sportivi cittadini. Con tutte le riflessioni del caso poste sotto una lente di osservazione così penetrante, la città deve dimostrare di poter essere affidabile e competitiva nell'ospitare manifestazioni sportive di respiro internazionale.