In un esordio di stagione emozionante e già ricco di colpi di scena, l'Inter di Cristian Chivu ha dimostrato di avere un attacco formidabile, sorretto da una difesa che non solo tiene testa, ma addirittura contribuisce in modo significativo al tabellino dei marcatori. Le prime quattro partite di campionato hanno confermato un trend sorprendente: il ruolo dei difensori, esterni compresi, si è ampliato, integrando efficacemente la fase offensiva della squadra.
Già dalla prima sfida contro il Torino, il talento di Alessandro Bastoni è emerso chiaramente. La sua rete ha aperto un dilagante 5-0, dando il via a una serie di prestazioni che hanno visto anche Denzel Dumfries e Federico Dimarco trovare la via del gol. Se Bastoni e Dimarco hanno brillato nelle vittorie contro il Sassuolo e il Torino, Dumfries ha lasciato il segno contro l'Udinese, nonostante la squadra non sia riuscita a evitare la sconfitta.
Questa capacità di trasformare i difensori in armi offensive non è un’invenzione del tutto nuova per l’Inter, ma un’eredità che Chivu, discriminante strategica rispetto al passato, sta espandendo e rafforzando. La scorsa stagione, l’Inter aveva visto i suoi difensori segnare ben 31 gol, con un contributo eccezionale di Dumfries, autore di 11 di queste reti. L’ex tecnico Simone Inzaghi aveva gettato le basi per questa versatilità, ma è sotto la guida di Chivu che tale approccio sta esprimendo il suo massimo potenziale.
Tuttavia, accanto ai successi in fase offensiva, si erge un’ombra che concerne il reparto difensivo. Se da un lato i numeri in attacco sono entusiasmanti, la compagine nerazzurra ha visto una crescente vulnerabilità difensiva. Con Yann Sommer tra i pali, la squadra ha incassato già sette gol in Serie A, un dato che segna un significativo peggioramento rispetto alle scorse stagioni (4 gol subiti nel 2021/22, 5 nel 2022/23, 1 nel 2023/24, e 3 nel 2024/25).
L’assedio avversario è stato evidenziato in particolare durante la sfida contro la Juventus, dove il risultato di 4-3 per i bianconeri ha messo in luce la necessità di un maggiore equilibrio tra attacco e difesa. Chivu stesso ha riconosciuto la necessità di maggior concretezza, commentando dopo la partita vinta contro il Sassuolo che "avremmo dovuto chiuderla prima". Questo suggerisce come, nonostante la potenza offensiva della squadra, c'è spazio per migliorare nella gestione complessiva della partita.
L'integrazione nel gioco offensivo dei difensori è un'arma a doppio taglio: se da un lato crea opportunità di gol, dall'altro espone a rischi difensivi che l’Inter dovrà imparare a mitigare per continuare a essere un contendente serio sia in Italia che in Europa. La Champions League, infatti, rappresenta un ulteriore banco di prova, dove il 2-0 inflitto all'Ajax è solo un inizio e non l'eccezione di una tendenza che i nerazzurri sperano di confermare nel prosieguo della stagione.
Inter dunque, un nome che è sempre stato sinonimo di grande calcio, si trova in una fase cruciale del suo percorso. Con i difensori in prima linea per le marcature e un gioco audace sotto la guida di un giovane allenatore, la strada da percorrere appare tutt’altro che facile, ma certamente ricca di promettenti possibilità.