Un team di scienziati britannici ha fatto una scoperta rivoluzionaria sul processo dell'addormentamento, rivelando che non si tratta di una transizione graduale, bensì di un vero e proprio "salto" nel sonno una volta superato un punto critico. La ricerca, condotta congiuntamente dall'Imperial College di Londra e dall'Università del Surrey, ha dimostrato che, pochi minuti prima di addormentarsi, l'attività elettrica del cervello subisce una trasformazione improvvisa e prevedibile.
Analizzando i dati dell'elettroencefalogramma (EEG) di migliaia di volontari, i ricercatori hanno individuato un momento di svolta ben definito, che si verifica in media 4,5 minuti prima dell'inizio del sonno vero e proprio. Il neurobiologo Nir Grossman, dell'Imperial College di Londra, ha spiegato che l'addormentamento è una biforcazione, ovvero un cambiamento qualitativo e repentino dello stato cerebrale, piuttosto che un processo graduale. Questo punto di svolta, inoltre, può essere previsto in tempo reale.
Per giungere a questa conclusione, il team ha convertito 47 caratteristiche dell'attività cerebrale, misurate tramite EEG, in uno spazio matematico astratto. Questo ha permesso di monitorare le variazioni nel cervello dal momento in cui ci si mette a letto fino all'addormentamento. Il processo è stato paragonato a una pallina che rotola lungo un pendio sempre più ripido verso un precipizio. La precisione del modello è notevole: i dati di una sola notte di registrazione dell'attività cerebrale di una persona sono sufficienti per prevedere con un'accuratezza del 95% il momento in cui si addormenterà nelle notti successive, con un margine di errore di circa 49 secondi.
Questa scoperta fondamentale non solo cambia la nostra comprensione di un processo che la maggior parte delle persone considera scontato, ma apre anche nuove prospettive in diversi campi. Oltre ad approfondire la conoscenza del sonno sano, questa ricerca ha importanti implicazioni pratiche. La nuova metodologia potrebbe essere utilizzata per diagnosticare e trattare i disturbi del sonno, come l'insonnia e l'eccessiva sonnolenza diurna. Si pensi che, secondo l'Istituto Superiore di Sanità, in Italia circa il 30-40% della popolazione adulta soffre di disturbi del sonno.
Inoltre, la scoperta potrebbe portare allo sviluppo di tecnologie in grado di avvertire i guidatori del rischio di addormentarsi al volante, contribuendo a ridurre gli incidenti stradali causati dalla sonnolenza. Secondo dati ASAPS (Associazione Sostenitori Amici Polizia Stradale), la sonnolenza è responsabile di circa il 20% degli incidenti stradali in Italia. Il metodo potrebbe anche essere impiegato per controllare in modo più preciso la profondità dell'anestesia durante gli interventi chirurgici e come indicatore dello stato di salute generale del cervello. In futuro, questa tecnologia potrebbe essere integrata in dispositivi indossabili, come smartwatch o fasce per la testa, per monitorare il sonno e fornire avvisi personalizzati in tempo reale.
La ricerca ha aperto nuove strade per lo studio del sonno e dei suoi disturbi. I ricercatori stanno ora lavorando per comprendere meglio i meccanismi biologici che determinano questo punto di non ritorno e per sviluppare interventi mirati per migliorare la qualità del sonno. Si spera che queste scoperte possano portare a nuove terapie e tecnologie per aiutare le persone a dormire meglio e a vivere una vita più sana e sicura.
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