Google continua a spingersi oltre i confini tradizionali della finanza, integrando l'intelligenza artificiale nei suoi servizi finanziari. Il rilancio di Google Finance, potenziato da funzionalità avanzate come Deep Search e dati in tempo reale sugli utili aziendali, segna un passo significativo. Ma l'inclusione dei mercati predittivi, in particolare l'accesso ai dati di Kalshi e Polymarket, due piattaforme globali di spicco in questo settore, solleva interrogativi cruciali sul confine tra finanza e scommesse.
Questa evoluzione tecnologica, che fonde sempre più finanza e gioco d'azzardo, non è esente da critiche, soprattutto nel contesto normativo europeo. In Italia, Polymarket è stato recentemente oscurato dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), poiché considerato un sito di gioco d'azzardo non autorizzato. La piattaforma, polymarket.com, permetteva agli utenti di scommettere in criptovalute su eventi di attualità, dalle elezioni alle decisioni della Federal Reserve, attraverso un sistema di "mercato di previsione". Secondo l'ADM, le modalità operative di Polymarket rientravano nella definizione di gioco d'azzardo, senza però possedere l'autorizzazione necessaria secondo la normativa italiana.
Polymarket ha presentato ricorso d'urgenza al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio, ma il TAR ha respinto la richiesta cautelare, confermando, almeno per il momento, la legittimità del provvedimento di oscuramento da parte dell'Agenzia. Il giudice amministrativo ha ritenuto che non vi fossero i presupposti per la sospensione immediata del provvedimento, rinviando a una valutazione ulteriore.
Nel frattempo, Google, pur avendo integrato i dati di Polymarket nel suo rinnovato Google Finance, continua a escludere dalla propria rete pubblicitaria e dai risultati di ricerca tutti i contenuti legati alle scommesse e al gioco d'azzardo online, anche se regolamentati. Questo paradosso mette in luce una sorta di doppia morale: da un lato si promuovono strumenti come i mercati predittivi, che possono essere interpretati come scommesse mascherate da informazione finanziaria, dall'altro si penalizzano o oscurano i siti di scommesse tradizionali, anche quando pienamente autorizzati dalle autorità nazionali.
Questa contraddizione è ancora più evidente se si considera che Google ha vietato la pubblicità dei siti di betting e gioco d'azzardo in molte giurisdizioni, inclusa l'Italia. I portali del settore vengono sistematicamente de-indicizzati nei risultati di ricerca, con effetti negativi sulla visibilità e sull'accesso dei consumatori a operatori legali. A beneficiarne, indirettamente, sono i siti illegali, spesso più abili a eludere i filtri e le restrizioni. Si stima che il mercato del gioco d'azzardo illegale in Europa generi profitti per miliardi di euro ogni anno, alimentando criminalità organizzata e riciclaggio di denaro.
La direzione intrapresa da Google nel campo della finanza suggerisce una selettività discutibile nell'innovazione. Se il prediction market è presentato come analisi finanziaria e ospitato in ambienti tecnologici mainstream, viene accettato e persino valorizzato. Al contrario, le forme tradizionali di scommesse, pur regolamentate, sono spesso marginalizzate o escluse.
È evidente che il confine tra scommessa e previsione finanziaria si fa sempre più sottile. Il caso Polymarket dimostra quanto sia difficile, anche per i regolatori, inquadrare correttamente queste nuove forme di interazione con il futuro. L'approccio selettivo di Google solleva interrogativi su una neutralità solo apparente, dove trasparenza e legalità non sempre coincidono con visibilità e legittimazione.
Nel nome dell'innovazione, si rischia di creare una "finanza gamificata" accessibile solo ad alcuni, mentre chi opera in un contesto di regole rigorose e autorizzazioni nazionali resta ai margini del digitale. Questa sfida riguarda non solo l'Italia, ma tutta l'Europa, e richiede un dibattito approfondito sulle implicazioni etiche, legali e sociali di queste nuove tecnologie. L'Unione Europea sta valutando nuove normative per affrontare le sfide poste dai mercati predittivi e dalle criptovalute, con l'obiettivo di proteggere i consumatori e prevenire attività illegali. Resta da vedere se queste normative saranno sufficienti a garantire un equilibrio tra innovazione e tutela degli interessi pubblici.
Inoltre, è importante considerare l'impatto di queste nuove forme di finanza sul comportamento degli investitori. La gamification della finanza potrebbe portare a decisioni più rischiose e impulsive, soprattutto tra i giovani e gli utenti meno esperti. È quindi fondamentale promuovere l'educazione finanziaria e la consapevolezza dei rischi associati a questi strumenti.
La vicenda di Polymarket e l'approccio di Google evidenziano la necessità di un quadro normativo chiaro e coerente a livello europeo, che tenga conto delle specificità dei mercati predittivi e delle criptovalute, garantendo al contempo la tutela dei consumatori e la prevenzione di attività illegali. Solo così sarà possibile sfruttare appieno il potenziale innovativo di queste tecnologie, minimizzando i rischi e promuovendo una finanza più trasparente, responsabile e inclusiva. La posta in gioco è alta: definire il futuro della finanza nell'era digitale.
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