L'Unione Europea ha parzialmente ritrattato sul controverso regolamento 'Controllo Chat' (Chat Control), una proposta che avrebbe obbligato le piattaforme digitali a scansionare automaticamente tutte le comunicazioni private degli utenti alla ricerca di materiale pedopornografico (CSAM). Dopo un'iniziale spinta propulsiva, soprattutto da parte della Danimarca, detentrice di turno della presidenza del Consiglio UE, il progetto ha incontrato resistenze significative da parte di diversi stati membri, tra cui la Germania, portando a un significativo ridimensionamento delle ambizioni originali.
Inizialmente, la Danimarca aveva riproposto immediatamente per il voto il progetto di legge sul 'Controllo Chat' non appena assunto la presidenza dell'UE. Tuttavia, la forte opposizione di alcuni paesi membri, tra cui la Germania, ha costretto il governo danese a fare marcia indietro, dichiarando che l'applicazione del regolamento non sarà obbligatoria, ma rimarrà su base volontaria per i singoli stati. Questa decisione rappresenta un cambiamento notevole rispetto all'approccio iniziale, che prevedeva un'implementazione uniforme in tutta l'Unione Europea.
Il ministro della giustizia danese, Peter Hummelgaard, ha dichiarato che il "nuovo compromesso non includerà disposizioni obbligatorie sulla rilevazione, ma consentirà alle aziende tecnologiche di continuare a cercare volontariamente materiale illegale". Questa formulazione lascia aperta la possibilità per le aziende di implementare sistemi di monitoraggio, ma elimina l'obbligo legale, rispondendo alle preoccupazioni sollevate riguardo alla sorveglianza di massa.
Il progetto di legge, nella sua forma originale, aveva suscitato forti critiche da parte di governi, esperti di diritti digitali e difensori della privacy. L'idea di un controllo totale sulla corrispondenza privata dei cittadini, seppur motivata dalla nobile intenzione di combattere gli abusi sui minori, è stata percepita come un rischio concreto di "sorveglianza di massa" sulle comunicazioni di milioni di europei. Le preoccupazioni riguardavano la possibilità di abusi, errori di identificazione e la violazione della privacy personale.
I critici del disegno di legge, proposto inizialmente dalla Commissione Europea nel 2022, lo avevano soprannominato "legge sullo spionaggio digitale". Paesi come Germania, Austria e Paesi Bassi si sono opposti fermamente ai piani della Commissione Europea di obbligare i servizi di messaggistica criptata, come WhatsApp, Signal e Telegram, a scansionare immagini, video e messaggi alla ricerca di potenziali abusi. Questi paesi hanno argomentato che tale obbligo rappresenterebbe una violazione dei principi fondamentali del diritto europeo in materia di privacy e protezione dei dati.
Il dietrofront danese è stato accolto come una vittoria significativa per le libertà civili e la privacy digitale. Tuttavia, la presidenza danese non ha escluso la possibilità di riproporre il 'Controllo Chat' in futuro, una volta ottenuto il sostegno politico necessario all'interno del Consiglio Europeo. Questo suggerisce che la battaglia sulla sorveglianza digitale è tutt'altro che conclusa e che il tema potrebbe tornare al centro del dibattito politico europeo.
Questo episodio dimostra che alcuni governi dell'UE, in particolare quello tedesco, supportato da diversi paesi nordici e orientali, sono ancora in grado di contrastare le eccessive ingerenze tecnocratiche di Bruxelles. Gli istituti dell'UE raramente abbandonano definitivamente i loro progetti, ma tendono a rimandarli fino a quando non ottengono un sostegno politico sufficiente. Resta da vedere se la spinta verso un maggiore controllo digitale prevarrà nel lungo termine o se le preoccupazioni per la privacy e le libertà individuali continueranno a plasmare le politiche dell'Unione Europea.
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